Milano, 1 giugno 2023
Due cose colpiscono immediatamente di Disco X, nuovo lavoro di Daniele Silvestri in uscita il 9 giugno: l’alleggerimento sull’impegno (anche se non mancano canzoni espressamente schierate come Mar ciai, contro il razzismo, o di critica sociale come While the children play condivisa con Frankie Hi Nrg e Wrongonyou) e la capacità di Silvestri di rinnovarsi continuamente mischiandosi come l’aria ai suoni e agli artisti che rappresentano a vario titolo la contemporaneità o l’originalità del linguaggio. Rancore ieri, Fulminacci oggi in una continua curiosità che tiene vivi, lucidi, in continua evoluzione. E’ (anche) così che Daniele Silvestri non è mai invecchiato in questi 30 anni di canzoni. Da quando fuori da ogni coro urlava che lo slogan è fascista di natura e rendeva nobili le Ipsilon 10 bordeaux. Impossibile da ridurre a un genere, capace di portare a Sanremo l’impegno assoluto (L’uomo col megafono, Aria, Argento vivo) e il cazzeggio nobile (La Paranza), Daniele Silvestri celebra il decimo disco, Disco X, partendo dall’incognita del titolo sviscerata dalle voci di tutti gli ospiti che danno vita a Intro x, un benvenuto ironico ed enigmistico Per fare un sacco di clics ci vuole un ospite x dategli un foglio e una bic fatelo urlare nel mic per un miliardo di stream almeno un paio di feat fate partire ‘sto beat non voglio uscire dal trip che chiude con il senso più vero della canzone: nessuno storico primato da rivendicare tutto nella media e senza iperboli / nessun anelito ad emergere da questo mare ma dov’è profondo puoi provare a immergerti.
Le storie e gli ospiti si succedono come pagine raccontate a voce e si passa dalle citazioni dalliane di Scrupoli con un vero e proprio omaggio a Disperato erotico stomp alla malinconica ferocia de Il talento dei gabbiani con sezione ritmica e fiati in primo piano e la partecipazione dei Selton, dove il provino per un talent show viene mostrato drammatico, meraviglioso o asettico a seconda del punto di vista di chi lo vive: il ragazzo candidato, il padre o il produttore. Nel nutritissimo novero degli ospiti (Frankie hi-nrg mc, Davide Shorty, Wrongonyou, Giorgia, Eva Peverello, Emanuela Fanelli, Franco126, Fulminacci, i Selton) spicca il duetto con Giorgia in Cinema d’essai, la parte più elettropop del disco che lascia spazio a nuove suggestioni musicali, dove i fiati imprimono sonorità più dense e jazz creando una meravigliosa canzone d’amore striata di ricordi e di vita. Con Franco126 in Bella come stai il tema dell’amore fa da traino al racconto di una Roma e di una società cambiate e quasi irriconoscibili. Più introspettiva invece L’uomo allo specchio condivisa con Fulminacci che porta ad una riflessione su se stessi, sulla società e sui cambiamenti Ciò di cui mi pento è l’ipocrisia / parlo della mia, parlo della mia / l’uomo nello specchio io non so chi sia / però ha la fa. Come sempre e come in tutti i dischi di Daniele Silvestri, le tracce si sveleranno piano piano facendoci scoprire intenti e significati anche a tanto tempo di distanza. Il vezzo delle cose che durano è la qualità che in questo lavoro abbonda felicemente.
Paola Gallo