LEO GASSMANN La Strada per Agartha
Recensione e Video Intervista

Milano, 28 febbraio 2023

Mi commuove sempre un po’ incontrare artisti/ragazzi/persone per bene. Trovo che l’educazione sia seduttiva, a volte più di un fisico bestiale. Leo Gassmann (qui la mia intervista a Sanremo indossa con eleganza anche un cognome molto ingombrante e sgobba per conquistare il suo posto nel mondo della musica. Pop, ma ricco di contenuti, La strada per Agartha è un concept album realizzato in una factory di amici e parenti acquisiti. Un viaggio intriso di colori e influenze musicali e con voci e autori multiculturali. Si parte dalla voce narrante che apre e chiude il disco, quella dello straordinario attore Massimo Dapporto per incontrare poi, oltre a Riccardo Zanotti dei Pinguini Nucleari che ha firmato Terzo cuore presentata a Sanremo e Volo rovescio, Giovanni Caccamo che regala un bel manifesto pieno di ritmo La mia libertà. Ritroviamo anche il compagno di viaggio dei duetti del Festival di Sanremo Edoardo Bennato in Io vorrei che per te, canzone originariamente inclusa nell’album di Edoardo Bennato Pronti a salpare del 2015 che rivela quanto il tema ambientale sia più rilevante che mai.

Due canzoni commoventi e fuori dal coro sono Caro Lucio, una risposta a L’anno che verrà scritta durante il lockdown e Io non ho paura, un brano nato in un viaggio in furgone tra le montagne della Basilicata, durante il quale Leo e altri cantautori si esibivano per strada. Parla del concetto di non avere paura di amare una persona al di là di tutte le difficoltà che possono sorgere nella vita. La chiusura è condivisa con il cantautore indiano Raul Kamble che mette la sua voce in Figli dei Fiori. Tra le avventure anche Without you scritta in inglese e condivisa con la band britannica Will & The People. Lodo Guenzi è co-autore di Siamo a metà e nel disco suonano anche i musicisti Gem Archer e Andy Bell (chitarrista e bassista degli Oasis) e J Sharrock, batterista dei Gorillaz.  Un viaggio fisico e artistico che mi sono fatta raccontare. ECCO LA MIA INTERVISTA A LEO GASSMANN. 

Paola Gallo

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