Sanremo, 5 febbraio 2022
#SanremoFunky giorno 5
Anche nel Sanremo della gioia, della rinascita, del pubblico che balla e applaude per niente, non riusciamo a gioire con semplicità per una vittoria meritata, quella di Morandi e Jovanotti nella serata delle cover. L’appunto più ricorrente è: si sono autocitati che vergogna. Bene se io avessi scritto Penso positivo o interpretato Un mondo d’amore mi sarei autocelebrata con la stessa eleganza, felicità e allegria con cui l’hanno fatto Gianni e Lorenzo.
Il festival della canzone italiana paradossalmente non permette più di parlare di musica. Contenitori, piattaforme, stampa sono ingordi di click, visualizzazioni e subissano gli artisti di attenzioni morbose, chiedono salti, scioglilingua, boccacce, ricordi drammatici, non un accenno ai testi, alla poesia di certi passaggi di note. Sembrerebbe normale ribellarsi e concedersi spazi di libertà ed invece la voglia di visibilità di artisti e addetti ai lavori sottosta a tutte le regole del circo e non prende in considerazione spazi di qualità. Non tutti sia chiaro, ma il trend sta diventando quello e mi addolora. Qualcuno mi disse giorni fa che per fortuna io continuavo a difendere la musica. Senza armi però diventa difficile.
E’ per questo che mi piace celebrare la timidezza di Truppi, la sua meravigliosa ostinata introversione che genera arte o la forza di Michele Bravi che non si vergogna della sua intelligenza e sa ridere di gusto. In questo gioco al massacro che vedo consumarsi quotidianamente sui social e dintorni mi prendo la libertà di difendere Gianluca Grignani che ha pagato sempre la sua incapacità di adattarsi alle regole dello show e di essere felice per le lacrime che ancora fanno scendere certe canzoni. Sorrido di quelli che si prendono troppo sul serio, godo della gioia dei giovani che buttano coraggio e speranze su quel palco senza però sforzarmi ad amarli solo per sembrare up to date. Non so se continuerò a scrivere di musica, ma sicuramente continuerò a farmi travolgere dal suo potere. Chi vincerà questa sera? Chi, partendo da qui, saprà costruire e rinunciare alla perfezione.
Paola Gallo©
brava Paola .. finalmente qualcuno che sfugge alla prigionia dei socials dei likes del puro apparire “tanto per”! … e brava che come sempre sai leggeri nei cuori degli artisti e ti lasci appassionare e coinvolgere dalla pura musica e apprezzi anche la timidezza e l’intelligenza e anche le debolezze perché … non siamo
tutti perfetti !.. finché la musica ha paladine come te .. vincerà sempre !..sarebbe bello vincesse “il migliore ” a questi festival .. dove migliore è chi ti da vere emozioni. E anche io se avessi scritto canzoni come Jovanotti e Gianni Morandi le vorrei cantare a ripetizione ! never give up Funky Gallo
solo e sinceramente GRAZIE
Che meravigliose riflessioni cara Paola. La tua ormai è quasi una missione, parlare quasi solo di musica. Parlarne vuol dire anche difenderla. In questo festival si sta parlando troppo degli orpelli e poco della musica. Al di là dei gusti musicali ho apprezzato davvero quasi solo le esibizioni sobrie e concentrate
Gianni, la commozione della prima serata e gli occhi lucidi in cui potevi veder passare i Sanremo degli anni d’oro, la potenza dell’accoppiata con Lorenzo che trasforma in gioia tutta la sofferenza personale e globale degli ultimi 24 mesi…..sai che vedendoli insieme nemmeno ho pensato all’auto citazione? Ieri sera ho sinceramente gioito del fatto che almeno un premio fosse andato dritto a chi se lo meritava. E no Paola, non smettere di scrivere di musica…. c’è bisogno di persone che come te (anche se a fatica e col nodo in gola) spezzino le catene che ci circondano e lo facciano con la forza dell’onestà e della cultura.
“Non so se continuerò a scrivere di musica, ma sicuramente continuerò a farmi travolgere dal suo potere” – non facciamo scherzi!
Sei la sola ad aver qualcosa da dire, sempre.
Grazie!