Milano, 7 maggio 2021
Exuvia di Caparezza è un disco che celebra il rito di passaggio , è l’opera di un ragazzo del 1973 che, uscito dalla sua prigione mentale (Prisoner 709) “In fuga dal disco precedente, da chi dice ‘Ti capisco’, invece mente” (Fugadà), affronta la foresta e la mutazione, una fase della vita in cui si comincia a perdonare il proprio passato “Io chiedevo un palco, non figa e centoni, ho solo trovato una fila di censori” (il fantomatico MikiMix di Campione dei novanta), si tenta di recuperare la meraviglia persa “Faccio controvoglia quello che mi pare perchè mi ricordo che così si fa. Dove sei meraviglia? La noia mi tiene la briglia” (Il mondo dopo Lewis Carroll) e si fanno i conti con la morte “Guarda avanti. Non voltarti. Rubami il tempo possibile. Pensami, non cercarmi” (La certa).
Il disco, come ha spiegato lo stesso Caparezza durante un incontro con la stampa, racconta tutto questo e non avrebbe senso il titolo Exuvia (letteralmente la muta dell’insetto) se non fotografasse un’evoluzione reale. Complice la pandemia e lo stop forzato che ha fatto sgretolare tutti i punti fermi, Caparezza ha esplorato e inserito nel disco anche mondi musicali diversi, focalizzandosi sul punto centrale: la vera ricostruzione è la fiducia nel futuro. In questo viaggio/disco si respira uno spaesamento tangibile. Riflessioni molto terrene e citazioni letterarie e cinematografiche altissime, funzionali però al racconto degli stati d’animo dell’artista: il Fellini di 8 e 1/2 e della sceneggiatura di un film mai realizzato, Il viaggio di G. Mastorna, i punti di partenza. Affrontato quindi, anche virtualmente durante la presentazione, come un’avventura dantesca fatta di passi avanti, passi falsi e passi indietro nella selva che è la propria vita, questo disco non fa sconti alle riflessioni.
El Sendero, con le citazioni di nonno e padre costretti ad una vita ben più difficoltosa della sua, tra guerra e vita operaia, mi riporta alla chirurgica polaroid di Luigi delle Bicocche. E via poi con contraddizioni e vizi evidenziati senza pietà. In Eterno paradosso un introverso fermo con i fari addosso, Azzera Pace Io temo il Covid e le dirette e l’autocompiacimento. Resto silente, banda mariachi dentro, lì nel web ogni maestro è Do Nascimento. Eye Wide Shut Non elogiare la sincerità perchè non è un merito, è un mezzo. Come Pripyat La mia vita privata è troppo preziosa. Vendo gente invidiata non so per cosa (cazzate) ma so che più si sputtana su qualche social più pare che goda di un’enorme stima. La canzone che ha anticipato l’uscita del disco, la title track Exuvia Mi sono preso i miei spazi ma ho lasciato che il tempo fuggisse…Gioco alla pari con l’età, mi ha fatto intuire subito che questo disco mi avrebbe messo in difficoltà e infatti l’ha fatto, perchè mi ha costretto ad approfondire pensieri a me molto familiari e soprattutto perchè Caparezza, ad ogni disco, mi ricorda che i sorrisi di benevolenza sono solo buoni sconto che prima o poi finiscono.
Prendetevi un po’ di tempo e godetevi il viaggio, resistete fino alla fine “perchè la vita è un lampo e tu ci arriverai in ritardo come fanno i tuoni”.
Paola Gallo©