Milano, 25 febbraio 2021
Ermal Meta non perde nemmeno nel nuovo disco Tribù Urbana (fuori il 12 marzo) il vizio di guardare oltre la sua vita e fare luce su quei profili disabitati o dimenticati che affollano in silenzio il pianeta. Riesce a cantarne la fatica, perchè se è vero che la sua vita Non è come quando avevo i mostri sotto il letto sicuramente gli è rimasto il cuore in allarme. Un cuore che ha trovato Un po’ di pace in un altro essere umano a cui si vede il cuore e che sa fare luce quando il sole tace. Un artista che sembra non voler mollare la purezza nello stile e nelle scelte di vita, uno a cui si vede l’anima in controluce.
Tribù Urbana evidenzia l’altissimo livello di scrittura di Ermal, sia quando dà voce ai sentimenti, e la sanremese Un milione di cose da dirti ne è l’esempio lampante, sia quando racconta il mondo attraverso storie di vita sorrette da suoni e parole che diventano i colori distintivi di questo nuovo progetto. E’ un po’ come se Meta riuscisse ad intercettare uno per uno gli sguardi di chi incontra nei suoi giorni: Siamo gli ultimi di questa lunga fila siamo quelli che ci manca ancora una salita quelli che vedi quasi sempre sullo sfondo Gli invisibili che salveranno il mondo.
In Tribù Urbana ci sono le storie di Yusuf che ha 15 anni e non vuole scappare, di Marco che ha 20 anni e lo vedi sparire in mezzo a questa grande folla, di Tommaso che ha 40 anni e tre bocche da sfamare ma si affoga nei bicchieri, ma c’è anche Ermal che ha 13 anni e non vuole morire e ci ricorda quanto la vita sia importante (Il destino universale). Ci sono Nina e Sara che stanno dentro la storia di un disco ribelle che chiede conforto all’amore e regala comunque fiducia e luce e quel poco di speranza che non deve mai abbandonare le nostre spalle. E visti da su, nonostante le nostre personali felicità o tristezze, siamo tutti uguali perchè il cielo è Uno, come il titolo della canzone che apre il cammino di Tribù Urbana.
Non parlo mai di me, non dico mai tutte le cose, ci sono melodie difficili da intonare non parlo mai di me che poi mi torna tutto su e di parlare poi non ce la faccio più… è invece il momento che appare più autobiografico e Non bastano le mani è una canzone che parla di rabbia, stanchezza, vita, emozioni allo stato puro. Tribù Urbana è a mio avviso uno dei dischi migliori di Ermal Meta solista e domani vi aspetto qui per la video intervista in cui ne parleremo.
Paola Gallo©
Mamma mia…per me erano già meravigliosi i dischi precedenti…se ora dici che questo è il migliore, non sto più nella pelle!!! Non vedo l’ora di ascoltarlo! Ciao Paola, buon festival! ?
Ti aspetto qui dopo l’uscita. Mi dirai…