Milano, 10 ottobre 2019
Niccolò Fabi è tornato e indossa ancora le canzoni che meglio vestono i suoi pensieri. Abbandonata l’idea della giacca rosa e l’orchestra di calipso (lo dichiarò due anni fa dopo il tour di Una somma di piccole cose) il suo nuovo disco Tradizione e tradimento arriva dopo un lungo viaggio in cui Fabi ha cercato di esplorare altri mondi e modi di esprimersi, ma che poi l’ha riportato a sé, un po’ perché quello di cambiare stile a tutti i costi era più un demone che una reale necessità, perché il suo modo di raccontare è ormai un punto di riferimento per molti ed anche perché “I tempi stanno cambiando ma l’unica cosa che conta è amare quello che ho intorno e sentire in faccia il vento. Dov’è la strada per tornare? Dov’è la stella da seguire?” come canta ne I giorni dello smarrimento, canzone centrale del disco.
Dopo la sussurrata prepotenza espositiva di Io sono l’altro che tanto bene esprime le nostre dualità, che dà voce alla nostra ombra facendola uscire allo scoperto e l’urgenza di Scotta che pizzica le nostre braccia come il caldo improvviso “Scotta la potenza dell’eterno dentro al quotidiano…un bacio accanto a un gelsomino“, Niccolò Fabi concede code musicali sulle quali riflettere, usa l’elettronica come tappeto sonoro che provoca, parla di Migrazioni provando ad alzarsi dalla sloganistica della politica e mettersi in volo con uno stormo. Questo disco nato tra Roma e Ibiza e prodotto insieme a Roberto Angelini e Pier Cortese, ci restituisce il coraggio di Fabi di andare in profondità raggiungendo quell’intimità che appartiene a tutti ma che non tutti sanno raggiungere da soli. Regala di nuovo la cura maniacale delle parole perfette, permette a chiunque di approfondire o semplicemente di godersi la poesia di un suono. Tradizione tradimento ci insegna che “Certe volte le ambizioni si confondono ed il nuovo non è sempre il meglio“.
LE NUOVE CANZONI, LA BELLEZZA DELLE PAROLE, LA CONFIDENZA E LA ROMA IN QUESTA VIDEO INTERVISTA ESCLUSIVA
Paola Gallo©