Milano, 30 marzo 2019
Niente festa, siamo inglesi. Anzi, la verità: che invidia per quelli che si palesano alle feste a mezzanotte come se si fossero svegliati un secondo prima e non conoscono la noia dell’attesa della notte. Insomma non ero fisicamente presente al countdown dell’uscita di E’ sempre bello, il nuovo disco di Coez, ma lo aspettavo da tanto. Da tempi non sospetti, dalla rabbia dei secondi, dai primi passi con quella voce che ha sempre saputo raccontare. Cinque dischi, dieci anni di canzoni e quelle tracce di cantautorato che fanno sorridere sempre di piacere quelli della mia generazione. “Ti hanno visto bere alla fontana” recita Vai con Dio (canzone vietata ai minori ma con una risata a sorpresa sul finale), ma in verità nelle canzoni di Silvano Albanese (classe 1983) le generazioni si incontrano perché le incertezze della quotidianità della vita, della società che cova troppa rabbia (Catene) riguardano tutti: “Mi colpisce tutto quest’odio/ giuro, non vi fa bene”. E in più Coez è riuscito a creare un suono che ipnotizza e trascina, che ti incolla senza essere appiccicoso, lavorando per questo disco con Niccolò Contessa de I Cani.
E’ sempre bello ha oltretutto la responsabilità di confermare il successo discografico e live (qui il mio racconto) di Faccio un casino (doppio platino), che ha segnato l’ingresso di Coez a pieno titolo nella storia dello streaming e della discografia italiana e la svolta nel percorso di un artista che oggi sembra entrato di diritto nel nuovo cantautorato italiano. Eppure non c’è ansia da prestazione in queste nuove canzoni, ma anzi uno scorrere di respiri e note. Come in Domenica con quel “t’immagini se fosse sempre domenica” e Vasco nella testa e nella penna. Inquietudine e domande si respirano sempre e per fortuna in canzoni come Gratis o Fuori di me, ma quello che arriva complessivamente dall’ascolto di E’ sempre bello (title track compresa) è uno stato di grazia. Testi e suoni che si completano, concetti che si fermano come fumetti sulle pareti, una sorta di Pop Art musicale che piace, non appesantisce e non paralizza il cervello. Una buona conferma che stampa e ferma il sorriso.
Paola Gallo©