Milano, 18 febbraio 2017
Produttore, musicista, autore, Luca Chiaravalli non è solo il gigante buono che dimora spesso nel mio stesso albergo sanremese. E’ uomo colto, pacato, con un’aura che lo precede. Ed è per questo che ho voluto bussare proprio alla sua porta per capire come si arriva ad un successo come quello di Francesco Gabbani e come, soprattutto, si riesca ad affiancare il proprio nome alle ultime 2 vittorie del Festival (Stadio lo scorso anno) ed una vittoria ufficiosa con Nek nel 2015. La mia intervista parte proprio da una provocazione.
Sei contento di aver vinto il Festival?
Un’emozione inaspettatissima. Non che con Filippo e gli Stadio avessi previsto quel successo, ma quest’anno il podio di Gabbani era proprio lontano dalle mie aspettative. E anche tutto il successo che sta vivendo ora. Anche se ripaga tutto il lavoro che abbiamo fatto. Questa è l’ennesima dimostrazione che se ci metti tutta la passione, rispettando te stesso anche non portando un brano sanremese all’Ariston, puoi vincere.
Quindi proprio non te lo aspettavi?
Pensavo la canzone non venisse capita. Siamo partiti che i Bookmakers ci davano quindicesimi. Un fonico della regia Rai ha scommesso 50 euro e ne ha vinti 2100 e ha festeggiato con noi;-) Occidentali’s Karma è un brano sui generis non solo per Sanremo. Carlo Conti però ci credeva tanto e ci ha anche dato dei consigli e suggerito delle modifiche. In realtà è anche merito suo se il brano suona così. Con le sue dritte il ritornello è diventato ancora migliore.
Sicuramente il direttore artistico Conti con questa vittoria ha suggellato il suo terzo Festival. Il titolo è sempre stato Occidentali’s Karma?
Sempre, dall’inizio.
Credo tu sia una figura atipica del music business. Come si mantiene il tuo buon carattere in mezzo a tanta confusione?
Ho avuto una vita abbastanza dura e le esperienze mi hanno insegnato a scegliere con accuratezza. Sono abbastanza monogamo. Mi piace scegliere un artista e fare tutta la strada insieme a lui. Io parto come autore, poi sono diventato produttore e arrangiatore e quindi mi piace costruire il brano insieme all’artista pensato ad hoc su di lui. La mia è una figura anomala in Italia perché esiste l’autore e separatamente il produttore. Io invece lavoro così. L’ho fatto con Eros, Nek e in realtà non sono in competizione con nessuno. Bisogna fare musica che ti ispiri, che quando ti svegli al mattino, ti venga voglia di lavorarci. Mi piace vivere con questa attitudine e vedo che i riscontri arrivano. E poi mi piace instaurare un rapporto di amicizia con gli artisti. Con Gabbani siamo come fratelli. E’ stato bellissimo l’abbraccio che ci siamo scambiati dopo la vittoria e il suo pianto liberatorio. Ho un legame profondo anche con Paola Turci. Ci sono delle foto bellissime che ci ritraggono mentre ci guardiamo con amore, profondo, non da tabloid;-)
Dici di essere monogamo ma quest’anno a Sanremo seguivi oltre a Gabbani, anche Paola Turci e Raige con Giulia Luzi
Vero, avevo tre artisti ma con tre canzoni singole, non era l’intero disco. Ora sto finendo l’album di Paola Turci e poi partirò con quello di Gabbani che devo chiudere. Una cosa alla volta, come vedi. Entrambi i dischi escono in primavera. Quello di Paola, Il secondo cuore, il 31 marzo.
Dal disco di Francesco Gabbani ci dobbiamo aspettare anche cose lontane da Occidentali’s Karma?
Sì sarà un disco “variopinto”. Troverete anche cose inedite, molto emozionali in cui lui si può esprimere molto bene vocalmente. Non scordiamoci che Francesco è un bravissimo cantante e poi è un essere umano molto sensibile. Quando è uscito sul palco vestito da scimmia io non lo sapevo, ma ho pensato subito che sarebbe andata bene perché lo vedevo sicuro di sé. Quando poi l’ho raggiunto dietro al palco e ci siamo abbracciati, ridevo da solo pensando a un gigante e una scimmia che si abbracciavano piangendo…
Sembra una scena di Guerre Stellari in effetti
Brava, Chewbecca e Ian solo…Ripeto, Francesco è davvero sensibile e questo si sentirà nelle voci e nell’interpretazione dei brani del disco. Nessuno vuole fare la copia di Occidentali’s Karma, vogliamo andare oltre, fare un disco diverso. Le copie non sono mai credibili. Abbiamo scritto belle canzoni, nuove, diverse dal brano di Sanremo, ma altrettanto interessanti.
Questo secondo te aiuterà a far conoscere meglio Francesco? Nei giorni del Festival abbiamo assistito a una pericolosa divisione tra pro e contro. Uscirà anche la sua parte meno goliardica?
Di goliardico in Occidentali’s c’è solo la musica, perché se tu leggi bene il testo, ti accorgi che è quasi decadente. Se lo leggi e basta, è molto scuro. E’ un’analisi spietata di noi occidentali con un’assenza quasi totale di speranza. E’ proprio il contrasto con un tappeto sonoro allegro e ballabile, la forza della canzone. La scimmia nuda è l’uomo.
Tra l’altro il libro La scimmia nuda sta spopolando nelle vendite
E’ straordinario l’effetto di questa canzone. Fa discutere, accende gli animi e la curiosità. E’ un fenomeno encomiabile. Chi critica il brano per il testo probabilmente non l’ha letto a fondo, si è fermato in superficie al balletto, ma la coreografia è il cavallo di Troia per entrare nelle case di tutti. Bambini, adulti indistintamente sono trascinati dalla forza di questa canzone e questo accende anche la voglia di sapere, imparare. E’ fantastico.
Io ad esempio sono una di quelle che non l’aveva capita a fondo. Ho trovato il testo di Amen perfetto, mentre in questo testo mi sembra ci siano almeno una decina di parole di troppo, ma forse devo leggere con più attenzione.
Ci abbiamo messo più di un mese per chiudere questo brano. Scrivevamo una parola, poi la sostituivamo, cambiavamo la melodia. Se ora lo analizzassi da fruitore addetto ai lavori e non da autore, vedrei comunque il giusto contrasto tra una strofa molto serrata, una melodia più scarna sul pre-coro (dove la gente si concentra) per poi tornare serrata nel coro. E’ venuto proprio bene il balance anche a livello melodico. Rispecchia alcune delle regole della composizione classica. Come diceva Fabrizio De Andrè è “un’ingegnosa sciocchezza”.
Luca ora fino a maggio lavorerà a questi progetti e poi via verso nuovi lidi laddove lo porterà il cuore. Tra una citazione di De Andrè e un sorriso mi ricorda l’importanza della sincerità, la forza di un team di lavoro puro come quello di Gabbani, dagli addetti stampa a Fabio Ilacqua paroliere con il quale lui non aveva mai lavorato ma con cui si è trovato benissimo. La morale di questa storia è facile da scrivere: i sogni esistono, la lealtà e la forza di un progetto portano anche alla vittoria, in barba a quelli che si proclamano rassegnati prima ancora di averci provato e che si fanno soffocare dai cliché. Chiudo la conversazione e accendo il cuore. Ora ascolterò Occidentali’s Karma con una nuova attenzione.
Paola Gallo©
Bellissima intervista!!
Davvero letta d’un fiato! 😉
Grande Paola, non tutti sono capaci di fare come te rimettendosi sempre in discussione.
Solo gli stupidi non hanno dubbi mai;-)