ZUCCHERO e un anno di Black Cat
Il tour internazionale, il Giappone e l’Arena di Verona che verrà

Milano 6 dicembre 2016

Zucchero arriva direttamente dal Giappone per raccontare un anno straordinario che si potrà rivivere nella deluxe edition di Black Cat che conterrà  due Cd e un Dvd: le immagini del live dello scorso settembre a Verona, video e contenuti inediti  e il disco originale con alcune bonus track e featuring internazionali come quello con Alejandro Sanz in Hechoes de Suenos o con Tomoyasu Hotei in Ti voglio sposare. Non ho mai amato i repackaging col  profumo di Natale, ma questo viaggio andava decisamente raccontato, partendo proprio dal paese nipponico.

In Giappone hanno deciso di pubblicare Black Cat e promuoverlo con la giusta dedizione (i precedenti album erano usciti più come routine). Mi hanno suggerito loro di collaborare con Hotei che io conoscevo solo per la colonna sonora di Kill Bill di Tarantino ed è stato una bellissima sorpresa. Oltre ad essere un’icona nel suo paese si è rivelato uno straordinario chitarrista. Pur facendo pochissime prove e lasciandolo libero, mi hanno sorpreso la tecnica e il gusto. Con i giusti paragoni, mi ha fatto godere come Clapton. Ha un fraseggio molto blues e rock. E’ nata una grossa sintonia che mi ha portato (dopo averlo invitato a suonare con me  all’Arena di Verona e alla Royal Albert Hall di Londra) ad essere il suo special guest in questi suoi 3 concerti giapponesi. Il pubblico, nonostante i versi un po’ gutturali (li imita suscitando una grande ilarità) non smette un minuto di esaltarsi, di battere le mani. Ed è stato fantastico sentirli cantare in italiano il brano che abbiamo suonato insieme e che conoscevano già Ti voglio sposare. Dopo Tokyo: Kyoto. Ero in un ristorante, sono entrate due ragazze che hanno chiesto all’interprete conferma di chi fossi e si sono esaltate quando hanno capito che avevo suonato la sera prima con Hotei e che mi avevano visto con lui in televisione. Ho dovuto fare foto con tutti. I giapponesi sono fanatici della musica  e conoscono tutti i dettagli tecnici (plettri, corde, le chitarre che suoni). A differenza dell’Italia si vendono ancora moltissimi dischi, quindi mi piacerebbe investirci. In effetti ci tornerò a maggio.

Parlando di tour è impossibile non fare un punto su quanto appena accaduto in Europa.

unnamed-3E’ stato il mio tour internazionale di maggior successo in carriera, sia per il livello della band che dello show, ma anche per il numero di biglietti venduti. Un giornale di Amburgo (doppio sold out) lo ha definito il tour dell’anno ed in Germania in effetti ho toccato l’apice. Ad Amsterdam non avevo mai fatto  15.000 paganti, ho collezionato  due  sold out alla  Royal Albert Hall di Londra e 3 date all’Olympia di Parigi (leggi la recensione qui sulle Onde) , davvero un grande successo che è terminato a Sofia in Bulgaria. Anche la tipologia di pubblico è sempre più internazionale, canto comunque in italiano anche se la sfida per cui ho seminato sin dall’inizio  è proprio suonare il blues e il soul nella mia lingua e vedere il pubblico che cresce insieme a me. A maggio chiuderò in Italia, dove tutto è partito a settembre,  con 5 date all’Arena di Verona (per ora dal primo al 5 maggio). La scaletta cambierà, non i musicisti. Mi trovo bene a suonare lì, piuttosto che dover scegliere palazzetti dove l’acustica non è sempre perfetta. Per questo progetto ho fatto questa scelta. Con i nuovi dischi ritorneremo a girare l’Italia anche se i posti belli dove suonare sono sempre meno. Il nuovo progetto discografico sarà ancora diverso. Del resto ho sempre fatto così, sono passato dal rock a Pavarotti passando per La Sesion Cubana e spesso ho fatto da apripista per altri artisti che poi mi hanno in qualche modo seguito.

La salute della musica in Italia non è buonissima. Com’è la situazione in giro per il mondo?

Ci sono dei cali, ci sono artisti che erano fortissimi e facevano sold out in mercati importanti e che ora fanno fatica. Dipende però anche dalla credibilità che hai e dallo show che allestisci. Ci sono gruppi che sfruttano subito la popolarità del momento e le posizioni di alta classifica  e che magari un anno dopo sono già spariti dalla circolazione. Ci sono artisti invece con una credibilità consolidata come Eric Clapton, Peter Gabriel o Marc Knopfler che  possono fare sold out in tutto il mondo  senza nemmeno pubblicare un nuovo album o avere un singolo in radio. E’ una credibilità che acquisisci sul campo di battaglia. In Italia è un po’ diverso, c’è meno fedeltà. In Arena a settembre abbiamo venduto 15.000 biglietti a spettatori non italiani che sono venuto apposta e torneranno a maggio.

A proposito di blues, ha ascoltato il disco nuovo dei Rolling Stones?

Me lo hanno dato ma non l’ho ancora ascoltato. Ma so di questo disco da tanto tempo, anche perché il mio produttore Don Was, mentre registravamo Black Cat a Los Angeles è sparito (avvisandomi) per tre giorni per volare a Londra a seguire le registrazioni degli Stones.

Sulla vicenda del “Secondary Ticketing”?

So quello che ho appreso dai media a sprazzi mentre giravo l’Europa. L’idea che mi sono fatto io è che nessun artista italiano abbia dato mai alcun mandato in tal senso. Io ad esempio non sapevo nemmeno esistesse il secondary ticketing e così credo i miei colleghi. Mi sono fatto l’opinione che questo scandalo arrivi più dall’alto. Quando una multinazionale firma artisti molto esosi, dando anticipi garantiti dai quali non riesce a rientrare, usa anche questo sistema che in alcuni paesi è abbastanza frequente.

Un commento sull’esito del referendum costituzionale?

Ero fuori Italia e non ho potuto votare, ma in ogni caso onestamente non avrei saputo cosa scegliere. Appena arrivato a Milano un taxista mi ha detto che aveva vinto il fronte del No e lui era contento. Credo sia stato piuttosto difficile votare, la comunicazione non è stata molto chiara e francamente ancora non ho capito da che parte sarebbe stato meglio stare.

Paola Gallo

 

 

 

 

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