Milano, 31 ottobre 2016
Parlavo volentieri con Pierangelo Bertoli, anzi aspettavo le date dei suoi concerti per potergli fare domande sulla vita e non solo sulle sue canzoni. Scriveva bene, in maniera ruvida ed esatta. Non nascondeva nulla, posizioni, pensieri, idee. Un essere umano straordinario e raro.
Coraggioso. Girare in carrozzella non è mai stato semplice in Italia, ma l’ultima cosa che potevi provare per Pierangelo era compassione, era lui ad incoraggiare, ad essere da esempio. Si incazzava anzi meglio si infervorava, ma non perdeva mai la dolcezza dello sguardo. A muso duro, ma con la sensibilità dei grandi.
Da 4 anni, su invito di suo figlio Alberto e di Riccardo Benini, faccio parte della Commissione Artistica che seleziona il vincitore della sezione Nuovi Cantautori del Premio Pierangelo Bertoli, litigo sempre con tutti perché farei vincere spesso qualcun altro, ma cerco di non perdere la dolcezza e poi sono così fiera di essere parte di questo importante momento di festa. L’attimo in cui si celebra Pierangelo e si assegnano premi coerenti, meditati.
Quest’anno il 26 novembre a salire sul palco del teatro Storchi di Modena saranno Enrico Ruggeri che riceverà il “Premio Pierangelo Bertoli”, che ogni anno viene assegnato a un cantautore italiano che abbia una lunga e comprovata carriera di successo con almeno 15 album all’attivo, Davide Van De Sfroos a cui verrà assegnato il Premio “Italia d’oro” per la sua capacità di descrivere la situazione politico-sociale contemporanea, Luca Barbarossa a cui andrà il riconoscimento “A muso duro” per essersi distinto nelle sue opere sui temi dell’anticonformismo e dell’indipendenza intellettuale e Ermal Meta vincitore del premio “Per dirti t’amo” per la sua capacità di trattare il tema dell’amore anche sul piano universale.
Prima della cerimonia, i quattro artisti si esibiranno accompagnati dalla storica band di Pierangelo Bertoli. Il Premio dedica però ampio spazio anche ai cantautori emergenti: nei mesi scorsi si sono svolte le preselezioni dal vivo presso Circoli e Teatri Arci in tutta Italia, dalle quali sono usciti gli 8 finalisti della sezione Nuovi Cantautori che porteranno alla serata finale il loro brano e, i 4 super finalisti, eseguiranno anche una canzone a scelta dal repertorio di Pierangelo Bertoli. Il vincitore si aggiudicherà il “Premio Nuovi Cantautori” che consisterà in un riconoscimento in denaro pari a 3mila euro oltre alla partecipazione a manifestazioni di prestigio collaterali, anche televisive, che si svolgeranno in Italia nel 2017.
Credo non sia facile organizzare un premio musicale cercando di rispettare coerenza e livello artistico.
Ecco la mia intervista esclusiva ad Alberto Bertoli:
Come e con chi ti confronti per la scelta dei premiati.
In realtà c’è una commissione che è composta da me, Riccardo Benini, mia madre e tutta la mia famiglia alla quale vanno aggiunti Marco Dieci e i musicisti storici di mio padre. Siamo in tanti ma ci siamo sempre trovati d’accordo sui premiati tranne poche volte. Ci tengo che questo sia e rimanga un premio serio e vero.
Scegli una canzone di tuo padre che vorresti sentir cantare rispettivamente da Ermal Meta, Davide Van De Sfross, Luca Barbarossa ed Enrico Ruggeri.
Che domanda difficile ragazzi! Meta mi piacerebbe cantasse “I miei pensieri sono tutti lì” è dolce e malinconico il giusto per quella canzone; De Sfroos mi piacerebbe che provasse “Spunta la luna dal monte” però tradotta in laghè oppure “Italia d’oro” sempre nel suo dialetto: lo trovo molto dentro questo tipo di brani folk-impegnati; Barbarossa sarebbe bello si cimentasse con ” Se potesse bastare” un brano difficilissimo ma che lui eseguirebbe alla perfezione; Ruggeri invece mi piacerebbe cantasse “Varsavia” oppure “La fatica” due pezzacci rock per il cantautore rocker d’Italia!
Qual è la motivazione più forte che ti spinge ogni anno a organizzare questo premio tributo? Dare visibilità e respiro alla musica d’autore? Una sorta di WWF che anche tuo padre avrebbe approvato?
La motivazione è dare una seconda strada alla musica d’autore che trova sempre meno spazio nei grossi network ma che invece ha un grosso posto nel cuore della gente. Mi fa sorridere questa visione di una specie di “riserva” dove salvare i cantautori, ma forse è giusta, perché abbiamo sempre più bisogno di spazi adatti, posti dove la gente possa venire ad ascoltare e capire tutto quello che diciamo. Credo che mio padre avrebbe approvato perchè ha sempre dato molto spazio alle giovani promesse, l’esempio più chiaro è Luciano Ligabue che aiutò fino allo stremo delle forze per fargli fare il primo disco.
Hanno scelto una canzone di tuo padre per chiudere e siglare italia loves Emilia. La coerenza e la rettitudine premiano anche in ritardo…
Mio padre ha avuto una carriera fantastica, ma non ha avuto quello che secondo me, anzi secondo noi, si meritava e anche per questo facciamo il Premio Bertoli: per divulgare il suo lavoro e il suo pensiero. Non fu mai una persona comoda e facile, ma un grandissimo cantante e poeta lo rimarrà in eterno.
Infine: siete rimasti in pochi a cantare “a muso duro” come indossi questa eredità?
Sì è vero ma la canzone ha preso un’altra vita da quando la canto io e soprattutto dopo che Claudio Baglioni l’ha scelta per Italia Loves Emilia è diventata ancora di più una canzone di indipendenza intellettuale, di coerenza.
Ogni volta che la canto ho i brividi e penso a tutte le parole nota per nota: è un brano incredibile. Io cerco di mantenere alta la bandiera di Casa Bertoli e continuerò a cantarla fino a quando avrò voce. L’eredità è pesante ma non è affatto un problema, io non l’ho mai vissuto come tale ma come un grande privilegio.
Ci vediamo a Modena per condividere la purezza di altre parole, per respirare la coscienza buona di Pierangelo. Appuntamento il 26 novembre (con ingresso libero) al teatro Storchi e naturalmente qui per racconti, foto e interviste.
Paola Gallo©