Milano, 28 marzo 2025
Ci sono dischi che arrivano proprio quando ne avevi bisogno e Canzoni per anni spietati dei Negrita è uno di quelli. Pieno di senso, di rabbia verso questi tempi così bui e pronto a reagire, a combattere, a offrire una resistenza poetica, perché l’arte dovrebbe servire a questo, a curare le guerre (reali e interiori). In un tempo in cui gli artisti e le canzoni si occupano sempre meno del sociale, ecco Pau, Drigo e Cesare a ricordarci che abbiamo una coscienza e che l’indifferenza è una colpa (Non esistono innocenti amico mio). Nato con intenti folk, in realtà al netto di Song to Dylan, il suono del disco è quel rock Negrita che ormai da anni caratterizza il nostro tempo e che è riconoscibile da lontano.
Nel blu (lettera ai padroni della terra) apre l’album e usa un linguaggio diretto, che non lascia adito a fraintendimenti “Io non sono intelligente ma in fondo è tutto molto chiaro voi padroni della Terra che vi ingozzate di danaro avete fatto bene i conti, finemente calcolato che arricchirvi con la guerra qui è tutt’altro che un reato“. Il resto è concatenato come in un libro i cui capitoli ti conducono naturalmente all’epilogo che qui è cantato da Drigo (Non si può fermare) e parla di un’estate, di una rinascita che fortunatamente non si può fermare. Un finale con un po’ di luce, ma senza retorica o condiscendenza. Queste canzoni suoneranno a breve dal vivo in un tour club che partirà ad aprile. E’ stato davvero un piacere aver introdotto e presentato questo disco alla stampa insieme ai Negrita e
QUI LA MIA VIDEO INTERVISTA ESCLUSIVA IN TERRAZZA (prima di un live acustico da sogno).
Paola Gallo©
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