Milano, 14, 29 marzo 2024
Grazie a un coraggioso a appassionato addetto ai lavori (sì ce ne sono ancora), ascolto da diverse settimane un album che esce domani: Un segno di vita di Vasco Brondi ricco di frasi e storie necessarie. Un disco ottimista, nonostante il dolore. Un disco che urla vita, pur nominando la morte. Pieno di contenuti e concetti, perchè, diciamocelo, i cantautori come Brondi sono rimasti gli ultimi veri creator dell’anima. Un disco che cercherò di raccontarvi senza aver letto alcun comunicato stampa, filtrato solo dai miei numerosi ascolti. “Spaventerai sempre tutti con la tua voglia di vivere” (Meccanismi), “Sono i figli dei fiori di plastica, è un’apocalisse domestica che nessuno dimentica, cambiamenti chiedono i nostri cuori, giorni migliori” (Fuori città) sulla necessità di uscire dagli schermi e vivere la realtà, ricreare bisogni autentici e soprattutto: “Un giorno ci toccherà morire, ma tutti gli altri giorni no” (Và dove ti esplode il cuore). Vivere, appunto, in una società disastrata che verrà comunque aggiustata dalle leve del cuore.
Le parole sono in primo piano, con la voce intensa di Brondi che attraversa la superficie e si fa strada tra le domande e le paure di un ordinario abitante del mondo di oggi. La title track Un segno di vita sembra richiamare il presente “Bombardano, bombardano e tutti guardano, non arrivano le provviste, non arrivano le voci e le promesse, solo luci di stelle fisse che parlano di pace e di apocalisse” immersi come siamo in minacce nucleari, guerre vicine alle nostre quiete case e genocidi che consumano le speranze di migliaia di bambini. Nessun dogma, ma tanta poesia anche nel Fuoco dentro con la voce di Nada a intersecare quella di Vasco. Un disco che ricerca la noia, il desiderio fragile di un sentimento che fugga dall’avere. Un disco di persone che rivendicano i loro sogni rivoluzionari, che resistono, che non smettono di farsi domande, nonostante la stanchezza. Dammi il coraggio di sorridere di un sogno se non si può esaudire potrebbe banalmente essere la preghiera che chiude un cammino fatto di speranze, oltre che la fine di un disco che mi porterò dentro per tanto tempo.
NE HO PARLATO CON VASCO BRONDI, ECCO LA MIA VIDEO INTERVISTA
Paola Gallo@
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