Milano, 1 marzo 2024
Dolcenera non è ma stata un’artista semplice. A partire dal nome d’arte, una citazione dotta di Fabrizio De Andrè. La conosco da 20 anni e mi ha sempre colpito il suo rigore, il bisogno di coerenza, la necessità di approfondire. Sempre inquieta, di passaggio tra rock, Brasile e musica d’autore, non si è mai seduta sui successi, sulle strade semplici delle canzoni d’amore pianoforte e voce. E’ andata sempre avanti, sfidando gli stereotipi dello show-business e approfondendo temi che negli anni le sono diventati sempre più cari. Quando ne parla si infervora e precisa sempre i concetti che vuole condividere con il suo pubblico. Venerdì prossimo 8 marzo, e la data non è certamente casuale, riparte da Roma (il 24 aprile sarà al Blue Note di Milano) il suo Piano Solo Recital teatrale, una combinazione di parola, gestualità, musica, vocalità e suono. Prende spunto dal suo ultimo disco di inediti Anima Mundi per avere il pretesto – con il testo delle canzoni, la musica, i monologhi, la luce, i racconti – di creare la giusta tensione emotiva per il coinvolgimento dello spettatore sull’essenza della natura umana, affrontando tematiche di impatto sociale e culturale dell’epoca moderna. Uno spettacolo one woman show, con il pianoforte al centro della scena, il looper per riprodurre suoni registrati sul momento, il suono dell’organo hammond e del rhodes e il tocco rock blues della voce. Ne ho parlato approfonditamente con lei. GUARDA LA MIA INTERVISTA ESCLUSIVA A DOLCENERA.
Paola Gallo
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