Milano, 31 gennaio 2024
Antonio Diodato sembra sereno a pochi giorni dall’inizio del Festival di Sanremo: “Sono molto felice – dichiara – sento delle vibrazioni molto belle che sono cominciate proprio con questa canzone Ti muovi. Ho girato tantissimo in questi anni anche per conoscere cose che sono molto lontane da me ed è arrivato il momento in cui ho cominciato a sentire sensazioni che stavano riaffiorando. Cosa che capita spesso quando pensi di aver raggiunto un equilibrio. Ho notato che molte delle persone intorno a me avevano provato le stesse sensazioni racchiuse nella canzone, che il loro vissuto assomigliava al mio e allora ho capito che forse quella canzone, solo accennata come un seme ancora da piantare, mi stava chiamando. Mi sono chiuso in casa per realizzare quello che si stava muovendo dentro di me e mi ricordo che a un certo punto ho sentito il bisogno di abbandonarmi. L’ho ascoltata per un po’ di giorni, ho sentito un trasporto molto forte e ho capito che sul palco del Festival avrebbe potuto dare il massimo. Nonostante il ricordo del mio successo passato e il ricordo della paura provata, ho deciso che era il momento di tornare a Sanremo a rappresentare quello che sono in questo momento. Spero di godermi ogni secondo, avere meno ansie, comunicare il mio stato d’animo bello. Le prove con l’orchestra sono andate benissimo. Mi sono dato una pacca sulla spalla.”
Il nuovo disco: “Sono anni di trasformazione questi per me, le canzoni dal vivo sono diventate anche un racconto diverso di me. Qualche giorno fa sono entrato in studio alle Officine Meccaniche di Milano e ho deciso di registrare questo viaggio, delle canzoni cioè che magari hanno avuto meno luce in alcuni album e che nel live invece sono state sempre protagoniste e le ho registrate in presa diretta con la band proprio come si faceva una volta, proprio perchè volevo fotografare quelle sensazioni lì. Brani editi ma in una versione inedita. C’è anche una versione di Ti muovi. Ci saranno anche canzoni del “passatissimo” ma non Babilonia. Il disco uscirà a ridosso del Festival ed è un lavoro da studio ma con un corpo vivo.”
La cover del venerdì: “Amore che vieni amore che vai è una canzone per me importantissima. E’ stato il mio primo grande amore con De Andrè, il punto di contatto con la sua poetica, perchè prima lo sentivo molto distante da me, poi un giorno ho provato a cantare questa canzone con la chitarra ed è diventato un brano molto rock ed un punto di riferimento per il mio primo album. Poi ho fatto ascoltare la canzone a Daniele Luchetti che mi disse che quella cover gli raccontava molto di me e delle altre canzoni presenti nell’album. Poi mi richiamò e mi chiese se poteva inserirla nel suo film. Quella canzone in fondo mi ha portato al Festival. Quando Luchetti infatti andò da Fazio a presentare il film, pregai il mio ufficio stampa di mandare anche me ma loro risposero che erano abituati ad ospiti del calibro di Madonna, U2, De Gregori e non gli emergenti. Aggiunsero però che quell’anno avrebbero organizzato il Festival e che le iscrizioni erano ancora aperte. E così presentai Babilonia che fu ammessa tra le 8 canzoni delle Nuove Proposte. E quindi la mia partecipazione al festival di 10 anni fa deriva anche da quella canzone lì. In più è un omaggio a 25 anni dalla scomparsa di De Andrè e al viaggio che ho fatto insieme a quella canzone. Quando abbiamo pensato a chi invitare è uscito subito il nome di Jack Savoretti (qui la mia ultima intervista) con il quale ho lavorato molto negli ultimi anni sentendo un’attitudine molto simile alla mia, per cui quando è uscito il suo nome ho sentito subito la vibrazione giusta. Quando l’ho invitato mi ha detto subito di sì”.
Paola Gallo
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