Nonantola, 10 novembre 2023
Quando mio padre scomparve avevo più o meno l’età di Emma e l’unica cosa che mi restituiva un po’ di fiato era il lavoro. Intervistai per la prima volta Vasco Rossi all’epoca e quei 30 minuti di diretta furono gli unici che mi distolsero dalla profondità del mio dolore. Assistendo al debutto del tour Souvenir In Da Club al Vox di Nonantola (Modena) ho avuto la sensazione che Emma stesse esplodendo di energia per il suo pubblico, ma soprattutto per se stessa. In un volo che la sintonizzasse con la sua anima e la distraesse dal suo dolore. Il concerto mi è piaciuto molto e ho trovato la dimensione del club terribilmente giusta per il suo mood ma anche per le sue canzoni. Soprattutto davanti al desiderio di recuperare un rapporto più diretto con il proprio pubblico. Un ritorno alle origini, un luogo intimo e rock and roll in cui incontrare i propri fan per condividere tutte le emozioni e i colori del suo nuovo album e non solo.
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Un’ora e mezza di show in cui Emma tira fuori la sua grinta e riporta al centro l’autenticità delle emozioni, donando ai fan tutta sé stessa (compreso uno stage diving riuscitissimo). In scaletta tutti e 9 i brani del disco Souvenir (qui la mia intervista ad Emma), presentati live per la prima volta ma già cantati ai memoria dal pubblico, e 4 medley di alcuni dei suoi più grandi successi, riarrangiati per l’occasione con un sound da club che lucida a nuovo brani iconici come Cercavo amore o Non è l’inferno e restituisce giustizia a canzoni come Fortuna o Alibi. La tensione non cala mai, semmai si scioglie in qualche lacrima durante il monologo che presenta Mezzo mondo, una delle mie favorite dell’ultimo disco insieme a Capelli Corti.
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Dopo il concerto Emma ci racconta di essere felice del suo debutto, di quel suono e di quei musicisti incredibili che la accompagnano sul palco (Federica Ferracuti tastierista, Lucio Enrico Fasino bassista, Donald Renda batterista e Rufio Raffaele Littorio chitarrista) che come lei danno l’anima sul palco. Ripete ‘Sono contenta’ parecchie volte e i suoi occhi illuminati sostengono la tesi. Era importante partire subito a pochi giorni dall’uscita del disco e il successo raccolto (comprese le date sold out) le ha dato ragione. Dice di sentirsi finalmente in pace anche con il proprio corpo e con un desiderio di scoprirsi in tutti sensi. “Io non sono la migliore sono Emma” è il primo messaggio che lancia al suo pubblico per ricordare che non è fondamentale essere primi ma avere personalità. Non si nasconde mai, nemmeno quando su Non è l’inferno sottolinea un Cessate il fuoco che, spiega, essere un suo totale dissenso verso quei poteri che gestiscono le guerre a discapito degli esseri umani. Questo tour è punk nel cuore esattamente come Emma che riesce ad attraversare il dolore uscendone con le sue canzoni, il suo palco, il suo mondo artistico che è poi la sua vita.
Paola Gallo