Milano, 28 settembre 2022
Manuel Agnelli pubblica venerdì un disco, Ama il prossimo tuo come te stesso, che ricorda l’unicità del suono degli Afterhours (di continuità ma libero) con tutte le parole pensate per un tempo difficile, per certi versi unico. Al Teatro Filodrammatici di Milano riunisce la stampa e racconta con lucidità apocalittica un disco, un tempo, un modo di essere. A presentare un emozionato Marco Giallini, uno dei più rock di tutti.
Ama il prossimo tuo come te stesso è un disco straordinario che parla di pandemia, guerra, amore e crescita. Un disco suonato e pensato interamente da Manuel Agnelli che se tra 25 anni sentirà il bisogno di incidere un nuovo disco con gli Afterhours, lo farà. Al momento però ha preso tutto la sua solitudine e l’ha riversata in 10 canzoni d’attualità che parlano di pandemia (che forse può davvero averci migliorato) come in Milano con la peste: “solo ora vedo gli occhi di chi resta mascherati da bambini come ieri, mascherati sembran finalmente veri…” e di guerra (Severodonetsk e Guerra e pop corn) immaginando un cervello da congelare e riprendere quando tutto sarà finito, assuefatti ormai a un dolore che è sempre troppo lontano per essere nostro. Finchè la guerra non ci cadrà sulle scarpe prevarrà l’indifferenza, l’assuefazione, lo sguardo lontano. Numeri urlati dai telegiornali che non hanno facce o cuore, che somigliano alla pornografia: “la tv – guerra – coca e pop corn valuti i costi – le scorie – i vantaggi e poi me e ridi e non compri mai…“.
E poi quella frase che straborda malinconia proprio nel cuore della title track Ama il prossimo tuo come te stesso: “che noi cresciamo è una bellissima bugia ci appoggiamo un po’ alla nebbia intorno a noi…” . Invecchiare, dice Agnelli, ti costringe a vedere i compromessi che hai accettato. Non si diventa sempre migliori, ma accettare le proprie mediocrità è una grossa liberazione.
Proci è una canzone fatta di parole crude, precise e taglienti e si riferisce ai salotti bene che la televisione gli ha permesso di frequentare e che gli hanno raccontato la disgrazia culturale in cui l’Italia è caduta in questi anni. Tutto è detto e fatto solo per apparire: “amici miei che usano il pensiero radicale per darsi un senso, perdonarsi“. Senza girarci intorno, e devo dire che la chiarezza di Agnelli è illuminante e solitaria nel panorama contemporaneo, commenta la vittoria della destra in Italia: <<Sono sempre stato di sinistra, ma credo che questa sia finalmente l’occasione per riprendere la strada e fare una profonda riflessione>>.
Tra due anni vorrebbe pubblicare un altro album, essere più snello e ha una voglia pazza di girare in tour mettendo davanti a tutto il suo essere musicista. Il disco l’ha suonato interamente da solo, ma sul palco gli è impossibile farlo e quindi avrà una band al suo fianco. Dovrà gioco forza sospendere i concerti che riprenderanno in estate per il debutto di Lazarus, il musical ideato e scritto da David Bowie assieme al pluripremiato drammaturgo irlandese Enda Walsh, di cui sarà protagonista nella versione italiana supervisionata sempre da Walsh con Valter Malosti alla regia. A Sanremo ci andrà <<non in gara solo se mi offriranno un transatlantico d’oro. In fondo ho vinto già con i Måneskin, perchè tornare?>>