MAX GAZZE’: la musica che ci salva
Live al Carroponte

Milano, 8 settembre 2021

Max Gazzè e la sua band  affrontano il palco come talentuosi amici del liceo che hanno una band e suonano per vivere, perchè senza mancherebbe loro il respiro. E tutta questa energia avvolge canzoni e pubblico. “Non usiamo clic.” mi specifica Max nel backstage. Sarebbe bello, penso, che giovani artisti potessero fare una sorta di stage nelle retrovie. Folcast, Federico Baroni (opening act) e Greta Zuccoli hanno questo privilegio e lo vivono con emozionata gratitudine.

Il tour dedicato a La matematica dei rami (qui la mia recensione) è musicalmente esuberante, lascia spazio a tanti assoli, niente momenti acustici, ma tanti, tantissimi accordi. Quasi a consolare questo periodo di insicurezza, dolore e paura, la scaletta scorre impetuosa nel presente di Considerando, Il vero amore, Un’altra adolescenza, L’animale guida e  Il farmacista e coglie dal passato canzoni fondamentali come Una musica può fare, Il timido ubriaco, La favola di Adamo ed Eva, Vento d’estate, ma anche B sides come Il bagliore dato a questo sole ed altri impetuosi racconti come quello legato a Franco Battiato di cui Gazzè aprì i concerti nel 1996 dopo il primo disco. Eccezionale e dall’animo rock la sua versione di Un’altra vita, altrimenti rarefatta nell’interpretazione del maestro. Ripenso a una recente intervista con Lo Stato Sociale (qui) in cui convenimmo che l’unico vero tormentone di questa estate potesse essere solo la discografia di Franco Battiato. 

Colpiscono  le assenze di hit come Cara Valentina a favore di canzoni più nascoste come Sirio è sparita, segno però di grande libertà e amore (pensato) per tutti i meandri dei suoi dischi. Se posso, al prossimo giro vorrei Se Piove e Il drago che ti adora, così per commuovermi di altri ricordi. Ottima anche la performance di  Gazzè al basso e dei suoi straordinari musicisti: Max Dedo ai fiati, Cristiano Micalizzi alla batteria, Clemente Ferrari alle tastiere, Daniele Fiaschi alle chitarre. In un’epoca di freddezza, velocità e culto dell’apparire è davvero gratificante potersi concedere il livello più alto dei concerti e perdersi o confondersi nello scorrere dei suoni e delle canzoni che, nel caso di Max, regalano anche occasioni di poesia o riflessione. Parole scelte, rare, amore per l’arte e la cultura in totale assenza di snobismo. Una comunità alla quale sento di appartenere e della quale mi piace essere testimone come una Vestale per citare l’artista;-).

 

Paola Gallo

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