Milano, 23 settembre 2021
Certe canzoni non finiscono fanno dei giri immensi e poi ritornano. Volevo fare la rockstar, il nuovo disco di Carmen Consoli (qui il racconto del concerto all’Arena di Verona) è un ritorno al futuro, ma con radici profonde. Le canzoni sono filtrate da suoni distorti (vi ricordate Mediamente isterica?) e ammalianti armonie (mood anfiteatro e bambine impertinenti), dai caratteri teatrali che definiscono magistralmente stereotipi alla Mago Magone, dal cuore con il quale la Cantantessa ha sempre fatto i conti “perché lo stato dovrebbe puntare su valori come l’amore e la felicità e non solo sul profitto. Anche la nostra anima è in carriera ormai”.
@CarmenConsoli su Mago Magone, una delle pagine di Volevo fare la rockstar. Immagazzino tutte le parole, somatizzo le canzoni e torno da voi sulle #Ondefunky per restituirvi il racconto di un disco che ritorna al futuro (passando dalle radici) pic.twitter.com/rbJSXYBhVR
— PaolaGallo 📢 (@OndeFunky) September 23, 2021
Costruito durante un lockdown a tre con Massimo Roccaforte (storico chitarrista e amico di Carmen) e il bassista Toni Carbone (il terzo Denovo con Venuti e Madonia), Volevo fare la rockstar parla di sogni e di quanto conti realizzarli con impegno e determinazione. Parla di tempo, quello che serve a mettere in piedi le azioni necessarie per raggiungere il proprio traguardo, la propria felicità. E poi ci sono la fantasia, il coraggio, la famiglia e la maternità: ”Se avessi una macchina del tempo con la quale scegliere un anno a cui approdare, non andrei più indietro dell’età di mio figlio. Metterlo al mondo è stato il momento più importante della mia vita”.
In Volevo fare la rockstar, al di là della title track che racconta di microfoni improvvisati, sogni pulsanti e desideri da avverare, si inciampa in un racconto più ampio degli anni 80/90, di una raggiante Catania culla di suoni grunge, di un’Italia divisa in due e di Quei desideri che da qualche parte ancora aspettano (L’aquilone). Armonie numeriche è una sorta di risposta a Mandaci una cartolina perchè matematica e musica non son poi così distanti mentre Le cose di sempre ci racconta che troveremo pace e felicità nelle cose consuete che ci circondano. Volevo fare la rockstar è un disco che respira, che esce dagli schemi prendendosi tutto il tempo necessario per farlo. Un disco che commuove e che parla di coerenza, accordi e felicità. Un disco che sostiene il suo tempo incoraggiandolo ad essere all’altezza dei propri sogni.
Paola Gallo©