Sanremo 70: Ecco come suonano le 24 canzoni in gara

Milano, 17 gennaio 2020

Il rito arriva alla parte che preferisco: l’ascolto in anteprima all’Auditorium della Rai di Milano dei 24 brani dei big in gara al Festival di Sanremo. Al netto delle polemiche e delle evidenti involuzioni di uno show che a tratti sembra scordarsi che le donne in questi 70 anni hanno per loro fortuna guadagnato posizioni un po’ più avanzate rispetto al “vallettismo”  dei tempi che furono, bisogna ammettere che Amadeus ha fatto un ottimo lavoro di scelta  e che nessuna delle 24 canzoni ascoltate può essere definita brutta. Magari lontana dal mio gusto, forse inutile ma nulla di davvero orrendo. Rancore è una vera manata in faccia, se mi passate lo slang e Francesco Gabbani insieme a Raphael Gualazzi sono una vera sorpresa inaspettata e positiva. Sono diverse le canzoni che mi sono piaciute e questo è il dettaglio:

ACHILLE LAURO – ME NE FREGO

Parente prossima di Roll Royce per atmosfere musicali, è una canzone molto orecchiabile e radiofonica: io sempre in cerca di quello che ho perso perdendo le cose che ho è parte di un testo che si appoggia ad una grande energia e a un  grandissimo ritmo. Nulla di nuovo, ma lo slogan Me ne frego funzionerà.

ALBERTO URSO – IL SOLE A EST

Impeccabile interpretazione “classica” per una canzone in quota Il Volo. E nel mondo ovunque vada mi ricorderò la strada che porta fino a te…sottolinea il bel canto e i buoni sentimenti. Piacerà a chi ama il genere. Forse l’età di Alberto meriterebbe qualcosa di più attuale, ma si sa, al cuor non si comanda.

ANASTASIO – ROSSO DI RABBIA

Come afferma nel brano Le  parole sono le mie sole armi e conferma di saperle usare molto bene. Grande interprete sia nella parte rappata che in quella cantata. Testo contemporaneo pieno di rabbia (appunto) e di bombe metaforiche e reali da disinnescare. Il mondo che vediamo non è solo cuore e amore e Anastasio lo legge con assoluta lucidità.

BUGO E MORGAN – SINCERO

La coppia è più probabile di quanto non sembri. Amici da anni e dotati entrambi di follia autentica. La canzone è di Bugo ma l’attacco è di Morgan. Volevo fare il cantante delle canzoni inglesi rimarrà insieme ad un ritornello che si impadronirà delle radio. Il disco di Bugo che uscirà il 7 febbraio è un ottimo lavoro nel quale spicca anche un altro duetto con Ermal Meta.

DIODATO – FAI RUMORE

Parla, fai rumore, dì quello che pensi che non posso sopportare questo silenzio innaturale e non ne voglio fare a meno oramai di quel bellissimo rumore che fai. Il tema è affascinante e Antonio Diodato lo interpreta meravigliosamente. Timidezza o paura, ma entrambi da superare con le parole che riesce ad usare davvero molto bene come ha dimostrato nel recente Che vita meravigliosa e nell’album omonimo che uscirà il 14 febbraio. Spero nell’emozione che rompa la voce, a tratti troppo perfetta.

ELETTRA LAMBORGHINI – MUSICA (E IL RESTO SCOMPARE)

E’ il suo tipico reggaeton, facile, attuale e riconoscibile. Innamorata di un altro cabron esta es la historia di un amor. “Musica e il resto scompare” sono ripetuti in modo ossessivo, il resto del testo scompare (anche lui).

ELODIE  – ANDROMEDA

C’è tutto lo stile di  Mahmood che firma il testo ma con una interpretazione intensa e inconfondibile di Elodie che si concede un interessante cambio di passo e di tono. Andromeda andromeda può diventare un tormentone. Molto contemporanea nei suoni, a tutti gli effetti un Mahmood in gonnella. Mi dicono che nell’album ci sia molto di più personale.

ENRICO NIGIOTTI – BACIAMI ADESSO 

Nigiotti (Nigio come l’album in uscita il 14 febbraio) torna per il secondo anno consecutivo perchè sente di avere molte cose da dire. Tu sei quello che proteggo dentro me, l’unica stanza che mi salva dal disordine sembra una dedica d’amore ma è anche un dialogo con se stessi. Ballata ma non troppo. Dichiaratamente una canzone d’amore.

FRANCESCO GABBANI – VICEVERSA

Gabbani non rinuncia a giocare con le parole (con un piccolo aiuto di Pacifico) ma confeziona una ballad intelligente ed emozionante che lo allontana definitivamente dalle scimmie e dagli Amen. E detto questo che cosa ci resta dopo una vita al centro della festa? Protagonisti e numeri uno invidiabili da tutti e indispensabili a nessuno. Sicuramente mostrerà una parte diversa e profonda di sé che a me è arrivata forte e chiara.

GIORDANA ANGI – COME MIA MADRE

Ballata intensa con un’ interpretazione suggestiva, frasi ad effetto come scusa se non ti ho mai detto ti voglio bene commuoveranno il pubblico Ricca di buoni sentimenti e violini, piacerà. Lei ha un piglio e una voce originali che si possono permettere anche testi meno lineari.

IRENE GRANDI – FINALMENTE IO

La tua ragazza (sempre) è diventata donna ma senza perdere l’attitudine rock. Vaschiana fino al midollo e terribilmente radiofonica, questa canzone è un inno alla libertà e alla riconciliazione con se stessi: Mi sento uno schianto e il mondo è mio. Irene si ritrova nel suo finalmente io!

JUNIOR CALLY – NO GRAZIE

Una volta Samuele Bersani cantava né con la destra ma nemmeno col Pci e oggi Junior Cally dice NO GRAZIE al razzista che pensa al Paese ma è meglio il mojito ma anche al liberista di centro sinistra che perde partite e rifonda il partito. Un je accuse verso tutta la politica e, in fondo, anche verso se stesso. Non si salva nessuno, rimane un bel NO GRAZIE.

LE VIBRAZIONI – DOV’E’

Una Vieni da me 2.0 che sicuramente esploderà e si aprirà sul palco dell’Ariston grazie anche all’orchestra. Ballata dagli echi 70th con la voce di Francesco Sarcina in primo piano e con un Dov’è dov’è che si ripete continuamente e finisce per esplodere in una sete di stupore. Da non sottovalutare.

LEVANTE – TIKIBOMBOM

Bella e coerente canzone di Levante. Coraggiosa e autentica: Meglio soli che accompagnati da anime senza sogni. Un tema caro all’autrice che già in passato si è espressa contro le discriminazioni e si è messa volentieri dalla parte di chi si sente il vento senza bandiera. Coerente.

MARCO MASINI – IL CONFRONTO

Un uomo davanti allo specchio che si parla dal profondo e fa un bilancio dei suoi anni. Con la premiata ditta Camba-Coro, Masini propone un racconto non retorico e pieno di profonda verità. Non sei arrivato qui per sbaglio è la giusta considerazione e la corretta analisi di una vita votata alla coerenza.

MICHELE ZARRILLO – NELL’ESTASI O NEL FANGO

Dimenticate gli elefanti e le farfalle e tornate al Michele Zarrillo musicista prog de Il Rovescio della Medaglia. La canzone è assolutamente contemporanea. Sono pronto a rischiare un po’ di più dice ad una ipotetica lei e forse anche a se stesso. E in effetti lo fa.

PAOLO JANNACCI – VOGLIO PARLARTI ADESSO

Semplice e sincero, Paolo Jannacci parla a sua figlia dedicandole una suggestiva canzone d’amore paterno con incluse le  istruzioni per l’uso della vita. Nessuno può da questo cielo in giù volerti bene più di me è una delle frasi che colpiranno nel segno tutti quegli uomini e quelle donne che sanno guardare negli occhi l’amore disinteressato.

PIERO PELU’ – GIGANTE

Qui la dedica non è a un figlio ma a un nipote. Sei il mio Gesù il mio piccolo Buddha in un pop rock  alla Pelù molto radiofonico e orecchiabile. Pensarlo come nonno fa sicuramente effetto, ma la grinta è decisamente quella di sempre.

PINGUINI TATTICI NUCLEARI – RINGO STARR

Un piccolo gioiello beatlesiano, divertente e ironico in perfetto stile Pinguini. In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr. Mai troppo seri, mai troppo leggeri, inanellano una serie di lodi all’imperfezione che rischiano di sedurre il pubblico che ancora non li conosce. Un sorriso di piacere.

RANCORE – EDEN

Una botta allo stomaco. Intelligente, ben costruita e non immediata. Un testo spiazzante e con mille riferimenti che finiremo di capire forse alla fine di tutte le serate e il “ta ta ta” del testo che diventerà ricorrente come gli applausi di Mahmood di un anno fa. Il file rouge è la mela, quella della terra e quella di Apple e anche la grande mela dell’11 settembre. Noi stacchiamo la coscienza e mordiamo la terra è uno dei tanti passaggi di un Eden che tutto sembra fuorché un paradiso.

RAPHAEL GUALAZZI – CARIOCA

Il Gualazzi che non ti aspetti con un brano urban e cubano. Contemporaneo e orecchiabile. Quanto tempo perso, la vita quasi mi supera ma la consolazione arriva prontamente con l’ironia e una stringa alla Carosone. Ma chi l’avrebbe detto sento solo la musica Carioca accompagna un sound ipnotico e da ballare. Nel disco di Gualazzi troverete mille mondi diversi e il suo immutato genio.

RIKI – LO SAPPIAMO ENTRAMBE

Ballatona d’amore ma non “antica”.  Suoni contemporanei e uso del vocoder.  Quota teen e non solo visto che in molti si riconosceranno in quel: ti  scrivo e dopo cancello. Amore travagliato, canzone semplice.

RITA PAVONE – NIENTE (RESILIENZA 74)

Un brano di rock classico pieno di energia e autobiografia. Qualche sassolino nella scarpa (E il tempo intanto passa e se ne va meglio cadere sopra un’isola o un reality che qualche stronzo voterà) e la consapevolezza di aver resistito per tutti questi anni. Impegnativa.

TOSCA – HO AMATO TUTTO

Sulle note di pianoforte parte la voce intensa di Tosca che con profonda eleganza interpreta un amore finito con tutta la crudele semplicità del dolore.  Con te ho riscritto l’alfabeto di ogni parola stanca. Classe da vendere.

 

Paola Gallo©

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4 Comments

  • Adesso diciamo ho le idee un po più chiare è devo dire che già ho in mente una mia playlist di questo 70 festival di Sanremo che credo ci riserverà belle sorprese ?

    Grazie per questa tua recensione e aspettiamo insieme quel 70 festival di Sanremo ?

  • Nei tuoi commenti si legge l’ esperienza della giornalista di conosce la musica e sa essere obiettiva oltre il gusto. L assenza di giudizio lascia spazio agli spunti. Grazie Paola

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