Milano, 21 ottobre 2019
Iodegradabile è un bel disco. Partiamo da qui che non è poco. Ed è un album che parla chiaro e bene, nonostante il suo legittimo proprietario Guglielmo Bruno, in arte Willie Peyote, ci tenga a sottolineare che non gli piacciono gli snobismi, i ghetti culturali e che il sapere non deve essere borioso. La gente va sicuramente (ri) educata ma l’idea dell’esame per avere diritto al suffragio universale gli fa orrore. Non farà mai il giudice di un Talent Show, ma Sfera ha fatto bene ad accettare la poltrona di X-Factor e su Achille Lauro al Tenco non si esprime perchè ancora non ha visto la performance, ma in ogni caso l’errore sarebbe di chi l’ha invitato e non suo che ha accettato. Lucido, diretto, tagliente come i temi e le parole che usa, Willie Peyote sceglie una frase di Catalogo per il booket del cd: “Tutto è bene quello che finisce. Uno nuovo mi sostituisce“. Il tempo che passa troppo in fretta è uno dei temi centrali del disco, l’obsolescenza programmata, le notizie smentite e da smentire, la morte e l’amore: “Ero e sono innamorato ma la storia di cui parlavo nel disco è finita, sai che bel disco sul fallimento sarà il prossimo…“. Lo dice ridendo e usando il sarcasmo per non scivolare nella retorica, ma la tua futura ex-moglie così perfetta se ne andrà comunque.
Le parole sono tutte sue mentre per la musica, suonata dal vivo, delega il produttore Frank Sativa e la band degli All Done. I Cani hanno inventato l’indie e quindi ora tutti lo fanno da cani racconta in Mango e non fa sconti su nulla, nemmeno sugli elettori della Lega (Cattività) o sull’ex governo giallo-verde (Mostro). Proprio di questa canzone e di Catalogo mi ha parlato Willie Peyote in questa video intervista.