Milano, 3 ottobre 2019
Mika racconta di quel bambino dislessico che si rifiutava di parlare e di quell’inadeguatezza che pesava sulle sue spalle. Raramente ho recepito una confessione pubblica così pura da una popstar internazionale. Ma Mika, anzi Michael Holbrook Jr. è evidentemente di più: informato per sincera curiosità, appassionato di racconti e di verità. Parlando di My name is Michael Holbrook, il suo nuovo disco, toglie ogni tipo di filtro e commuove con quelle gambe che si sfregavano creando irritazione e insicurezza (le estati di Sanremo) e con i racconti delle sue conversazioni con Dario Fo. Fa sorridere quando confessa di aver imparato a potare gli ulivi e rivendica con orgoglio la sua acquisita toscanità anche se la nazione dove è più celebre è la Francia dove per 6 anni è stato giudice di The Voice, ma la Tv deforma, non restituisce la verità e quindi ogni tanto è giusto prendersi una pausa.
Curioso, profondo e con un album con cui ha fatto pace con il suo nome. My name is Michael Holbrook esce domani e @mikasounds si racconta senza tralasciare nulla. Un bell’inconto che vi racconterò su #ondefunky pic.twitter.com/VM1f90y5DT
— PaolaGallo ? (@OndeFunky) October 3, 2019
Ha nuovi progetti, un tour in arrivo (dodici concerti in Italia da novembre con il Revelation tour) e soprattutto un disco, My name is Michael Holbrook, che gli è servito per fare pace con il suo nome, con il suo passato e che, forse, gli ha aperto la strada per la guarigione. Un disco utile, importante, perché quando metti il tuo nome in copertina, non hai più nessun tipo di filtro a proteggerti: 13 canzoni dal messaggio molto intimo e un manifesto: “Diventare adulti senza perdere i propri colori”. Ad anticipare il disco la hit estiva Ice Cream e i brani Tiny Love (colonna portante dell’album presente anche in una reprise in chiusura del disco), Sanremo, Dear Jealousy e Tomorrow.
Altre pagine dell’album: Paloma, dedicata alla sorella sopravvissuta a un terribile incidente, la ballata Ready To Call This Love in duetto con Jack Savoretti, l’intimissima Blue e poi Cry, Platform Ballerinas, I Went To Hell Lastnight e Stay High. Frutto di due anni di scrittura tra le pareti domestiche tra Miami, Londra e la campagna toscana, My Name Is Michael Holbrook ci porterà a scoprire l’essenza dell’identità di Mika CHE SI E’ APERTO SENZA FILTRI ANCHE DURANTE LA CONFERENZA STAMPA, I CUI PASSI SALIENTI POTETE GUARDARE QUI:
Paola Gallo©
Ciao Paola, quanto tempo!!
Non trovavo più la pagina tra i preferiti e per rientrarci mi dovevo registrare.
Mika un personaggio piacevole e finalmente arriva a Bolzano a febbraio per cui non devo girare per un concerto.
L’ho apprezzato ancora a XFactor, è li che ho conosciuto l’artista.
Un bacione e buon ottobre… se non sbaglio presto il compleanno ?
Ben ritrovata!!!!!