Milano, 14 novembre 2018
Sorrido pensando a Giorgia, alla sua bravura, al desiderio del mondo intero di decidere quali canzoni avrebbe dovuto cantare. Della fila di autori che vorrebbero vedere trasformate le proprie parole da una voce così “perfetta”. Eppure Giorgia ha sempre resistito alla tentazione di strafare e di farsi condizionare. Ha cantato brani che amava, ha interpretato suoni che le appartenevano, a costo di creare malumori. Onesta dall’inizio alla fine. E anche nella scelta delle cover del Vol. 1 (occhio che è scritto in piccolo e rischia di sfuggire) di Pop heart, in uscita il 16 novembre, procede per amore, ascolti, emozioni, piacere personale. L’unico comun denominatore è la fotografia di momenti, il gusto personale e la verifica sul campo che le misure delle canzoni scelte fossero le sue.
Pop Heart, Pop Art @Giorgia racconta il nuovo disco, le scelte musicali e non solo. Recensione del disco in arrivo e intervista (ovviamente di cuore) #popheart #P&G #ondefunky pic.twitter.com/aHkT8uZFRY
— PaolaGallo ? (@OndeFunky) November 14, 2018
Un disco che potrà avere un seguito magari tematico (vedasi ad esempio i volumi che Mina ha pubblicato copiosi) e che sicuramente potrà piacere anche chi solitamente non segue l’artista. E i fan più indomiti delle canzoni inedite non potranno che gioire di una voce che valorizza e restituisce alcune classici della musica italiana , che si spinge nei vortici della dance anni 80 di Donna Summer (I feel love) per arrivare alla Canzone, quella che ha dato l’avvio alla sua carriera, che ha mosso finti microfoni in camerette bambine, quella I will always love you di Withney Houston che sembrava intoccabile ed invece ci viene restituita con cura, devozione, assoluta bravura.
Non (solo) le più famose quindi, ma soprattutto le più amate (Heart) in un largo arco di tempo e di stili con l’aggiunta di alcune interazioni che impreziosiscono e rendono originale la cover, come nel caso de Il conforto dove Giorgia e Tiziano Ferro sfoderano una interpretazione (di una canzone sommessa e più ruvida nell’originale) da finale di Grammy.
Emozionante anche la nuova Gli ostacoli del cuore tutta al femminile con le voce di Elisa che si inserisce come un fluido magico. Arrangiamento che esalta le sfumature reggae per Lei Verrà di Mango, bella canzone, scelta non scontata e un finale delicato ma prezioso con Stay (di Rihanna) condivisa con il giovane Ainè (qui la mia intervista).
Nuova e diversa vita per le altre tracce inserite in questo book of love: Le tasche piene di sassi (Jovanotti), Una storia importante (con cameo di Eros Ramazzotti), Dune mosse (Zucchero), Sweet Dreams (Eurythmics), L’ultimo bacio (Carmen Consoli), Anima (Pino Daniele), L’essenziale (Marco Mengoni) e Vivere una favola (Vasco Rossi).
Un’anima che finalmente fa pace con allegria e dolore, che può mettere il cuore al centro. Ecco Giorgia, ecco Pop Heart. Ora vado ad intervistarla con la solita gioia e amicizia, sempre più solide nel tempo. Troverete la videointervista sempre qui.
Paola Gallo©
Se ne farà un seguito speriamo cambi l’arrangiatore!
Cosa non ti piace di Canova in questo lavoro?
condivido quanto espresso da Alessandro, l’artista Giorgia non si può non amare. le sue doti sono fuori discussione. Purtroppo la scelta, che fanno in molti, di non utilizzare strumenti “veri” e basarsi sui computer non riesco a condividerla. Sarà la vecchiaia ma la chitarra di Marco Rinalduzzi con la voce di Giorgia sono un binomio che non posso dimenticare. Con tutto il rispetto.
Ascolto Giorgia ormai da tanti anni, apprezzo tutta la sua produzione fino a Spirito Libero (e perché no, anche Dietro Le Apparenze perché per l’epoca fu una novità ed una svolta stilistica per la sua carriera artistica).
Ma a distanza di altri 3 album ed una progressiva diminuzione di musicisti fino ad arrivare ai soli 2 di PopHeart, mi sento vivamente di consigliare a Giorgia di cambiare produttore musicale, perché Canova è riuscito a rovinare musicalmente una canzone di cui lui stesso è il produttore originale (Le tasche piene di sassi), senza considerare che la versione elettronica di Anima è un insulto a Pino Daniele, le cui canzoni sono sempre state squisitamente acustiche (non a caso lui stesso fu artefice di un radicale cambio di sound per Giorgia, tanti anni fa).
Paola, ti stimo e seguo spesso le tue interviste, ma “ci vuole coraggio” per non far notare quelle che sono scelte di arrangiamento molto discutibili, soprattutto noi che siamo “più vicini” a Giorgia, dovremmo essere i primi ad avere un orecchio più critico.
Sottolineo che la mia critica non è rivolta a Giorgia, la cui voce e tecnica è spettacolare, ma bensì a Canova (te possino, ma che ti ha fatto Giorgia di male?)
La mia risposta è racchiusa nella prima domanda dell’intervista che trovi qui sul blog. Credo sia davvero ora di smetterla di pretendere che Giorgia incarni la perfezione che ognuno di noi immagina per lei. Il coraggio più grande è accettare la felicità altrui, provaci