Milano, 24 ottobre 2018
“Un casino ti mette allegria, ti dà l’idea che ci sia sempre uno spazio per lo sbaglio in più”, ecco come parte il nuovo disco di Elisa, Diari Aperti, con un sorriso, con la pagina che gira, come la ruota della bicicletta. Un bel disco che inizia con una canzone inaspettata Tutta un’altra storia e che introduce però in un racconto intimo, profondo, a tratti commovente, un diario appunto, che termina con la canzone perfetta, quell’affresco meraviglioso e pieno di poesia condiviso con Francesco de Gregori: Quelli che restano “È che avevo capito le regole del gioco e ne volevo un altro, uno da prendere più seriamente”.
Sicuramente Elisa torna ad abbracciare un disco tutto in italiano con la modernità e il tocco che serviva per illuminare testi che sembrano pagine di quaderni, gli stessi che Elisa compila da tempo, da innumerevoli canzoni (“Così un giorno ho scritto sul quaderno io farò sognare il mondo con la musica” – Qualcosa che non c’è) e che in questo disco assumono una forza straordinaria, quella che solo un vissuto “un po’ fango un po’ cielo” (L’amore per te) possono dare. Riesce ad indossare molti abiti con grande grandissima disinvoltura, che forse è quello che accade quando si decide di rinunciare alla perfezione anche in un rapporto d’amore di lunga durata, come quello narrato in Anche fragile dove si mettono a nudo dinamiche di imperfezione che rendono i rapporti d’amore forti come gli uragani di settembre. Amori che danno luogo a promesse, a speranze riposte in preghiere laiche pensate per i figli: “Promettimi che prima di dormire, qualche volta, non tutte le sere, ti innamorerai, e o poco o tanto, non ti accontenterai”.
Che privilegio potersi confrontare su testi che ti fanno ridere e commuovere. Arriva in serata su #ondefunky la recensione di #DiariAperti di @elisatoffoli e domani la video intervista ?? pic.twitter.com/glEdK0qZpa
— PaolaGallo ? (@OndeFunky) October 25, 2018
E’ talmente acuto, emotivamente affilato, profondo e sincero il racconto che attraversa le canzoni di Diari Aperti, che nessuna persona dotata di sensibilità potrà restarne indenne. Zero orpelli, nessun artificio, assenza totale di metafore. La vita nuda e cruda, così autentica da provocare lacrime di commozione e di gioia. E non è un caso che questo disco arrivi dopo i 20 anni celebrati all’Arena di Verona, il cambio di casa discografica e i 40 anni compiuti. Crescere significa anche rinunciare alla tristezza, concedersi di inciampare e sorridere.
Diari Aperti è l’album di una vita, che si permette anche il ritmo trascinante de L’estate è già fuori, l’ukulele di Vivere tutte le vite e la melodia di Tua per sempre: in bianco e nero e a 45 giri. Un album serissimo che si permette di scherzare, un lavoro di famiglia che incontra firme contemporanee come quelle di Calcutta (Se Piovesse il tuo nome) e Davide Petrella e che vede la produzione del compagno Andrea Rigonat e Taketo Gohara e Francesco “Katoo” Catitti (produzione di “Tua per sempre” insieme ad Elisa, Andrea Rigonat e Taketo Gohara).
In linea con tutto il progetto, Elisa ha scelto la dimensione intima e avvolgente del teatro per presentare live questo nuovo album e privilegiare il più possibile il rapporto diretto con il pubblico. Il Diari Aperti Tour partirà nella prossima primavera.
Paola Gallo©
Cara Paola, mi hai chiesto di scriverti quando avrei ascoltato Diari Aperti di Elisa, ed eccomi qui.
È l’1 e mezza e ti scrivo ora, mentre nelle orecchie ho ancora il suono della voce di Elisa, perché voglio darti un parere autentico, proprio come ciò che traspare dell’ascolto dell’album.
Mi sono innamorata di Elisa quando avevo 13 anni, dopo aver ascoltato Qualcosa che non c’è. Per anni, mentre lei diventava la “mia” artista, mi sono chiesta come fosse quel quaderno su cui aveva scritto di voler far sognare il mondo con la musica. Oggi forse ho quella risposta. Ce l’ho grazie a questa musica, a questi testi che riflettono ciò che è Elisa. Sì, perché ascoltando questo album vedo la sua essenza, la sua purezza.
Canta la sua infanzia, canta gli eventi, canta l’amore per il marito, canta per il figlio, canta Elisa. È un album profondamente autobiografico, proprio come lo era Qualcosa che non c’è (che credo, sino ad ora, sia stato l’unico brano autobiografico di Elisa, forse per questo tanto temuto inizialmente). Elisa è tutto ciò che è stata ed è. È lo dimostra in questo album, con sonorità autentiche ed ottimistiche, tra le quali trova spazio un filo di leggerezza. Ma il tronco è lì, è in quell’Anche Fragile che prende l’anima e la spezza, è ne L’amore per te che è una canzone che le dedicherei; oltre a Promettimi e a Quelli che restano, che fanno da diamanti ad un collier prezioso.
Aggiungo, che trovo la sua voce profondamente vera, reale, quasi come se stessi ascoltando un live. E questo aumenta la discesa delle mie lacrime. Anche la scelta di farsi interprete di brani non scritti da lei, lo trovo un giusto modo (dopo 20 anni) di ricercare e contaminarsi, non perdendosi mai.
In ultimo, la trovo benissimo nella dimensione più leggera de L’estate è già fuori. Fresca, ma autentica. E nella musica di oggi, c’è tanto bisogno di autenticità, di verità. Oggi, come 12 anni fa, sono qui che ancora la ringrazio per ciò che mi trasmette. E credo, che questo sia un degli album miglior che abbia fatto, oltre a diventare una pietra miliare nella storia della musica italiana.
Un abbraccio Paola e grazie per questa tua recensione ♥️
Leggere pareri così accurati e sentiti mi rende felice. C’e Un mondo che mi appartiene e che amo che spesso si dà appuntamento qui. Grazie
Elisa è una Vera ArtistA in tutti i sensi ormai lo si è capito.. È un camaleonte in mezzo alle praterie monocolore della musica italiana.. quando pensi faccia una cosa ne fa l’opposto e cosi via. Riesce a essere sperimentale,geniale e vera in tutto quello che fa proprio come il Vero Artista quando crea una forma d’arte nuova che non è mai stata fatta da nessuno. ElisA è Diversità Elisa è Unicità !
Sono 3 giorni che ascolto solo questo lavoro di Elisa, grazie a un’influenza che mi ha colto a fine ottobre. Non c’è un pezzo che non riesco a non amare, e non sono di parte, questo è un capolavoro di album come pochi se ne vedono!! Hai ragione Paola è un lavoro che ti emoziona e ti commuove a momenti. Trovo che sia giusto portarlo in tournée nei teatri, perché è la sua dimensione. Grazie Elisa per il tuo bellissimo lavoro e grazie a te Paola per le più belle recensioni e interviste che ci fai vedere!! Non hai eguali, ho sentito l’intervista in qualche radio ma tu sei sempre la numero uno. ????
Grazie Rosi, la tue parole mi spronano a resistere