Il primo vincitore è Ultimo
Già mi sta simpatico perché ha chiamato il suo album d’esordio “Pianeti”: e scusa se è poco.
Poi mi sta simpatico perché è giovane e figo senza essere di plastica, tatuato ma non trash, “noir” ma con rispetto.
Poi mi sta simpatico perché ha 22 anni, sorride senza finzione e tiene appesa al collo una chiave (non di violino) che chissà da dove arriva.
Poi però, quando guardo il suo Cielo…beh, ecco, mi sta un po’ meno simpatico e scatta l’invidia. Perchééééééééé?
Perché ci vogliono 30 anni perché Saturno – simbolo delle cose che si concretizzano una volta per tutte – faccia il giro dello zodiaco. E secondo te dove stava Saturno stasera? Proprio sopra il suo fortunato Giove, in un rarissimo mix di concretezza e successo.
E perché ci vogliono 165 anni (centosessantacinque anni!) perché Nettuno – il pianeta della Musica – faccia il giro dello zodiaco. E secondo te dove stava Nettuno stasera? Proprio sopra la sua Venere: il pianeta dell’arte, della bellezza, della gloria.
Insomma, con coincidenze astrali così potenti (e altre milleduecento più piccole, ma ugualmente toste), il giovane romano dagli occhi che brillano non poteva che sbaragliarli tutti, contraddicendo inevitabilmente il proprio nome.
Come dire: “veni, vidi, vici”… e mi diverto pure. Alla faccia del ballo delle Incertezze!
E domani tocca ai “Big”: che cosa scopriremo, nel Cielo sopra Sanremo?