Milano, 16 gennaio 2018
Quello che ho sempre amato di Francesca Michielin, oltre all’innegabile talento, è il saper essere nel suo tempo, ma con il bagaglio culturale necessario. Spazzolino, adolescenza e tanti libri di musica e grammatica. Ispirata e pronta a riconquistare la fiducia anche in se stessa, cucendo gli strappi della fragilità, Francesca ha lo sguardo di chi si gode il paese delle meraviglie. Quelle stelle che prima si proiettavano in un luogo finito, ora stanno allargando il cielo e trascinano lei e la sua musica sugli spalti di un teatro sempre più grande, ed è lì che si svela il suo nuovo disco 2640.
L’apertura e la chiusura sono il manifesto programmatico Comunicare: “...Lavati le mani per salvare il mondo intero, riordina la stanza se vuoi far rivoluzione” e soprattutto “se hai il cuore che ti esplode allora mettilo in azione” e Alonso: “Mentre gli altri vincono io penso a te come stai e mi dispiace non vederti felice” e soprattutto “la colpa non sono gli altri se stiamo male, siamo noi che non ci vogliamo bene anzi che non ci lasciamo amare”.
In mezzo tante altre canzoni. Scritte e pensate da Francesca che si occupa di musica e testi con solo alcune incursioni nel mondo di Calcutta per Io non abito al mare e La serie B, che riesce in maniera sublime a traslare le retrocessioni dai campi di calcio alla vita. Tapioca, traccia con alcuni inserti in lingua ghanese campionati da Cosmo, è un brano di ringraziamento e pieno di gioia. Calcutta e Dario Faini firmano invece Tropicale, una parentesi di festa musicale: “sembra carnevale e io un coriandolo nel mare”
E se c’era… è la sesta traccia e porta la firma di Tommaso Paradiso (insieme a Dario Faini): un testo di incoraggiamento rabbioso a guardare avanti lasciandosi alle spalle tutto ciò che ci impedisce di farlo. Anche se di ricordi, musica, rock, pensieri, Fiabe sonore e playstation 1 è ricca invece Noleggiami ancora un film, una piccola perla come Scusa se non ho gli occhi azzurri.
Colpisce nella crescita di Francesca Michielin, il suo restare bambina e piena di stupore. Compressa tra l’amore e la commozione. Sincera con un linguaggio che non sempre sta nelle canzoni. Coraggiosa e lucida come in Bolivia: “Salvami dalla gente che si lamenta sempre che mangia male e crede a ciò che legge, è l’umanità che fa la differenza“. Una volta ricordo di averle detto in un corridoio che mi fidavo della sua voglia di studiare e che il suo talento, se ci avesse creduto, si sarebbe manifestato a tutti come un’epifania. Ecco la stella cometa, brava Francesca, un disco di grande livello, 2640 metri più vicino alle stelle, come dici tu.
Paola Gallo©
Bravissima, ma io l’adoro fin dai tempi di Xfactor!! Disco stupendo, si ascolta benissimo e anche la check list in cui sono inserite le canzoni la trovo corretta. Lei è molto cresciuta e comunque i pezzi che a me sono più piaciuti sono “Bolivia” e “Scusa se non ho gli occhi azzurri”!! Grazie della splendida recensione cara Paola a fra 2 ore circa!! ?
Disco di altissimo livello, Paola: condivido il tuo sempre ottimo giudizio!
Siamo sulle stesse “onde”
articolo buono imparato molto
guardato più di una volta, e ciascuno come il primo. creato su eventi reali – sapientemente consegnato! guarda con un respiro, percepito come un libro