OH, VITA! di Jovanotti:
Il primo titolo per il 2018
#BuonAnno

Milano, 31 dicembre 2017

Fregarsene del tempo non vuol dire andare fuori tempo, ma semplicemente seguire e rispettare il proprio. Ascoltare, masticare, digerire e restituire, non sputare velocemente  ma gustare e condividere. E’ passato quasi un mese dall’uscita di Oh Vita! di Jovanotti e ci ho messo tutti questi 30 giorni per assimilarlo e decidere che è il disco con il quale voglio dare il primo titolo al 2018. Un album talmente libero da risultare semplicissimo. Pieno di parole e di ritmo, di tempo adulto e speranze elementari, come le scuole, che ti mettono il primo fiocco sul collo e ti stringono il magone. Eppure mettono le radici per il futuro e plasmano il tuo desiderio di riuscire per sempre a smarginare i quadretti di quei quaderni.

Oh Vita! è la mia polaroid e non solo perché “Come posso io non celebrarti oh vita” ma soprattutto perché grida Viva la Libertà:Parola magica, mettila in pratica. Senti che bella è, quant’è difficile e non si ferma mai, non si riposa mai. Ha mille rughe ma è sempre giovane, ha cicatrici qua,  ferite aperte là, ma se ti tocca lei ti guarirà“. Lorenzo sceglie Rick Rubin, abbandona tutte le sovrastrutture e distilla canzoni così oneste che vorresti prenderle e portarle in camera tua e tirarle fuori quando hai bisogno di qualcuno uguale a te che ti dica non sei solo, ti voglio bene. 

Una musica giusta in un posto SbagliatoIn questa vita che non è mai tardi, siamo i pastori erranti di Leopardi, guardiamo il cielo pieni di domande…Disorientati dal giorno che ci hanno gettati su questa terra dove si consuma la nostra vita breve come schiuma” eppure c’è l’amore al quale rendere grazia sempre e, sempre, una possibilità di fare: “Rassegnarsi è lo sport nazionale, non è che manchino le ragioni ma se diventa un modo per stare al mondo allora meglio le illusioni” (Navigare) e “Qualcuno che alza gli occhi e si ribella e le cose cambiano” (Quello che intendevi)

Tasti, corde, fiati e sordine: Oh Vita! è un disco che non ha Paura di niente perché è talmente candido da essere attraversato da tutte le paure del mondo  e dalla fragilità di un ragazzo che è (stato) felice ma che riconosce il dolore forte che la vita non gli ha risparmiato “E qualcuno che è stato fratello strappato alla vita e neanche un saluto. Mi ricordo di quando il futuro è passato…” (Affermativo).

Prendendo in prestito Le canzoni di Lorenzo che non devono essere belle ma illuminare la notte, per l’anno che verrà, che se è una femmina si chiamerà Futura, rifaccio voti di libertà e vi auguro di avere sempre una chitarra. Se hai una chitarra o suona oppure  spaccala (Famee lascio un piccolo testamento tra i denti di questo nuovo tempo che sta per arrivare: “Tenete bene sotto mira tutti quelli come me che hanno ancora fame fame fame. Non ve lo dimenticate, tutti quelli come me che hanno sempre fame fame fame

Paola Gallo©

 

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