Torino-Milano 15 maggio 2017
Un’euforia paragonabile a quella delle feste di fine estate. Samuel che invita una manciata di persone all’Hiroshima Mon Amour di Torino e rende pubblica l’ultima prova del suo tour che, non a caso, racconta Il codice della bellezza. Non servono grandi allestimenti quando tutta l’intensità emotiva riesce ad essere visualizzata da grafiche seducenti, animata da un’elettronica che spinge sull’armonia e sorretta da uno stile così personale da restare incollato agli occhi. E’ stato bellissimo lo scorso mercoledì stare sotto il palco di un artista che amo (naturalmente dai Subsonica) in una data zero ruvida e torinese, intima come le sere nebbiose che devi saper guardare con il cuore giusto.
Amici a Torino #IlCodiceDellaBellezza ❤️ felicità @samuelofficial pic.twitter.com/l8ao3uSXND
— PaolaGallo ? (@OndeFunky) May 10, 2017
La scaletta si apre con Rabbia e punta subito al nuovo percorso da solista, fatto di canzoni pensate con Lorenzo Jovanotti e non solo. Brani che ripartono da zero, che ci raccontano di un io bisognoso di speranza e futuro, di un musicista che mette nero su bianco le sue emozioni, questa volta lontano dal gruppo che le ha sempre accolte sul palco. La formazione è minimalista: Tozzo (alias Christian Montanarella) dei Linea 77 e Ale Bavo dei LNripley. Eppure non sembra mancare altro per declinare i pensieri di canzoni apparentemente lontane come La statua della mia libertà e la struggente Luna Piena.
Oltre ai brani del Codice ritornano anche momenti affidati ad album di altri artisti come Costa poco di Stylophonic o Un grande sole di Giuliano Palma e la cover dei Nomadi, presentata anche a Sanremo, Ho difeso il mio amore. Eppure la strada sembra solo una, incurante delle deviazioni. Complice una voce che sa reggere gli arrangiamenti più estremi e le malinconie più forti. Nel percorso con i Subsonica, racconta, ognuno di noi portava le sue canzoni che venivano sistematicamente massacrate dal gruppo. Le mie erano sempre le più tristi ma qualcuna sopravviveva e sul palco arrivano brani crepuscolari come l’intensissima Preso blu. Tra passato e presente c’è spazio anche per il futuro con una canzone non rientrata nell’album (per demerito secondo il suo produttore) e che risuona fiera tra le mura di Hiroshima. Dopo il concerto, il confronto con gli amici è in sala, tra un abbraccio, una birra e un commento sulla Juve. Lo spettacolo è intenso ed emozionante e sembra davvero voler tracciare e custodire una forma di bellezza sempre più rara. Torno da Torino felice di quella gita musicale per pochi intimi. Sono fortunata, penso, a poter provare ancora un entusiasmo adolescenziale dopo tutti questi anni.
Paola Gallo©
foto di copertina di Elisabetta Riccio