Milano, 24 maggio 2017
Non sono mai stata una sorcina, ma ho sempre vissuto dal profondo l’influenza sociale di Renato Zero. Da quando trascinava i miei coetanei adolescenti alle sue adunate oceaniche, mistiche come le celebrazioni a cielo aperto, ad oggi che, fuori da ogni canone di velocità, giovinezza e social appeal, porta Zerovskij…solo per amore un disco doppio, drammatico, teatrale, analitico e a tratti dogmatico, al primo posto della classifica.
“Quando sono nato ho dovuto lottare assai per restare in questo girotondo…Sono Zero da 50 anni e me ne vanto…Vi amo e di conseguenza mi amo!” tra le frasi che campeggiano nella presentazione. L’uomo che trascinava le sue piume di struzzo e le sue tutine in lycra nero nei corridoi della Numero Uno a Roma, continua a fare la differenza, senza omologarsi e fregandosene evidentemente delle regole del marketing. Perché se quando cantava Triangolo, gli altri erano considerati decisamente più seri e più adatti ai canoni della canzone d’autore e lui poco di più di un fenomeno, la storia ci insegna che molti di quegli altri sono spariti da tempo e la sua è una delle poche canzoni d’autore che resiste forte, con un pubblico ancora molto numeroso disposto a seguire il suo guru anche quando ha parole meno accondiscendenti, quando lo rimprovera o gli ricorda che non deve appoggiare il culo sulle comodità. Quello che lega indissolubilmente i veterani della Zerofollia e i nuovi frequentatori della Zeromania, credo sia proprio il caso Renato Zero: l’artista che ha distrutto la casistica e il marketing affermando con determinazione titanica la sua unicità da 50 anni, da Sergente No! a Zerovskij e che continua indisturbato a combattere “Questa ignoranza che ci vuole tutti uguali a lei non fa per noi” con canzoni come Ti andrebbe di cambiare il mondo?
Il disco è al tempo stesso uno spettacolo che vedremo rappresentato dal vivo senza risparmio di dettagli artistici. Una stazione improbabile, diretta da un misterioso Zerovskij, si accenderà sotto i nostri occhi e vedrà transitare Amore, Odio, Tempo, Morte e Vita non più come concetti astratti ma umanizzati, pronti al confronto amaro, ironico, tenero e spietato, con i due viaggiatori di sempre, Adamo ed Eva. “Ci fosse un’altra vita niente limitazioni falsa moralità” recita un brano del disco. Realtà? Surrealtà? Iperrealtà? Sarà Zerovskij ad illuminare il pubblico tra grandi successi e tanti brani inediti, magiche luci e straordinari effetti speciali, confessioni, sentimenti e rivelazioni che appartengono alla natura più profonda di ognuno di noi. Una grande orchestra di 61 elementi, 30 coristi e 7 attori per uno spettacolo che consacra 50 anni di carriera e che partirà il primo luglio proprio da Roma, la sua città.
Ascoltando una dopo l’altra le canzoni dell’album, diventa evidente ad ogni traccia che oltre all’amore, Renato è molto interessato a lasciare il suo pensiero forte sulla vita: “E’ già colpevole chi è troppo debole, si lasci vivere o si butti via…amali tutti quei talenti tuoi ma non dimenticare l’onestà” Colpevoli. “Viaggia così col fuoco che hai, decidi tu il percorso che vuoi, un gregario mai” Dedicato a te. “A te che ti ribelli e non subisci, a te che ami tanto e non sei stanco neanche un po’. Resta come sei…non puoi cambiare mai!” Aria di settembre. “Ora che l’ignoranza avanza che conta l’apparenza sei sempre tu che vinci…Tu mi ispiri e mi costringi…Vita comunque sia immensamente mia” Cara. E che sente sempre più sua la missione di consolare il cuore di chi si sente solo, diverso, inadeguato, indicato, isolato, fuori dal coro. Come un capostazione dell’anima in Infiniti treni, canzone che chiude il disco, invita tutti a salire a bordo: “Non fermarti treno! Porta via la mia voce lontano. Voglio incontrare tutta l’umanità. Chissà se dentro a una valigia ci sta?”. C’è stata e ci starà, perché come dimostrano i numeri, si scala la classifica anche infrangendo le regole e se lo si fa, si rischia addirittura di stare sul podio per 50 anni come Renato, uno dei pochi leader popolari votati a suffragio universale, senza marketing e senza politica.
Paola Gallo©
ph. Roberto Rocco
Vi siete ricordati di lui e va bene! Non mi sta bene invece che non trasmettiate in radio il singolo e lo escludiate dalla classifica come è già successo per lo scorso lavoro: Alt.
A me invece Piera non sta bene che tu entri nel mio blog privato rivolgendoti ad altri. Cosa appunti a me personalmente? Immagino tu sappia che faccio la giornalista a Radio Italia ma che non mi occupo nè della programmazione musicale nè delle scelte editoriali. Se non lo sapevi invece, ora ne sei informata. Se vorrai tornare a confrontarti con me sui miei articoli sarai la benvenuta.
Cara Paola,
aspettavo con ansia di conoscere la tua opinione sul nuovo lavoro discografico di Renato Zero.
A differenza tua, mi considero un sorcino (o quanto meno un suo fan da lunga data) e come tale, attendo sempre con grande curiosità ed emozione la pubblicazione di ogni suo album. Purtroppo, però, da qualche anno ormai, le mie aspettative rimangono deluse… gli ultimi album non mi sembrano all’altezza del Renato Zero – grande poeta che tutti conosciamo, non trasmettono – a mio parere – quel pathos, quell’emozione ed anche quella follia cui Renato ci ha abituati e che è in grado di trasmettere, denotano una certa stanchezza creativa (solo poche canzoni brillano per originalità compositiva e d’arrangiamento).
Sono contento che Zerovskij si sia piazzato al primo posto della classifica di vendita, ma ciò non toglie (e lo dico con grande amarezza) che a me non piace: i 19 brani dell’album, sicuramente apprezzabilissimi per la loro realizzazione musicale e per gli autori, suonano come delle prediche (un po’ stucchevoli), sembrano tutti molto simili senza sussulti e passano davvero lentamente… tra uno sbadiglio e l’altro. Peccato!! Forse, troveranno la loro dimensione nello spettacolo omonimo di quest’estate, visto che sembrano pensati solo per quello.
Insomma, aspetterò il prossimo album…
Grazie Paola ….io pur seguendo Renato dal 1977 ho sempre trovato che i suoi cambiamenti siano stati geniali.Sembra che certo fans di vogliano fermare e restare ancorati al “Solito Renato”.Senza dubbio in 50 anni di storia della musica Italiana Renato ci ha fatto dono di brani che ci sono entrati nell’Anima…che ci hanno fatto ridere ,piangere ,ballare e innamorare!!!!Ho sentito ….ritagliandomi momento di pace….il suo ZerovskIj. Per me è stato subito Amore….una canzone in particolare …..ma ciò che penso con fermezza è che per entrare bene in sintonia con tutto ciò che Renato vuole trasmetterci sia necessario aspettare “IL TOUR”.Già. ..sento che sarà il “Tour”per eccellenza….!Grazie Renato!Grazie Paola Gallo!!!!
Renato non ha mai deluso le mie aspettative! Forse sono sempre troppo di parte…ma lo trovo sempre Meraviglioso!!!
Due LP è una lenta agonia. Da uno che ha tutta la discografia completa.
Grazie Paola per il tuo articolo, utilizzo il tuo blog per rispondere a Manuela, io sono stata una gran fan di Renato, non ho mai considerato che non ci dovesse essere una sua crescita, pertanto come ho amato Triangolo, il Carrozzone, allo stesso modo ho amato Più Su, Amico e tante altre della sua discografia. Ho imparato però che solo perché sono fan, questo non comporta un matrimonio, pertanto non compro più a scatola chiusa. Io questo album non lo amo e di conseguenza preferisco ascoltare per radio qualche canzone quando passa. Buon fine settimana
Buongiorno paola Gallo, grazie x questa bella e sentita recensione di Zerovroskij.Al primo ascolto mi ha fatto la stessa impressione che mi fece a suo tempo Artide e Antartide. Dove era il mio giullare, perché cantava la stazione, Lungara ecco noi!?Poi riascoltandolo l’ho amato tanto, emergeva l’anima di Renato e la voglia di scrollarsi di dosso una maschera che gli andava stretta. Questo Zeroskij mi piace tanto, amo questa tragicità sicuramente teatrale, quelle arie cameratistiche di ampio respiro e i testi forti, melanconico ma dove traspare sempre un barlume di speranza e fiducia nell’essere umano. Che album straordinario,!Ma forse proprio perché fuori dall rdinario non sarà recepito da tutti.E sara’ un peccato che così ci meritiamo quel che passa il convento.Con rispetto Mamy
Ciao a tutti, seguo Renato Zero da piu di 40anni,e sono un gran collezionista posiedo tutti i suoi dischi in vinile sia a 45giri che 33 ovviamente anche cd coffanetti e mc stereo 7 e stereo 8,ho una conoscenza, fatemelo dire, eccellente sulla produzione artistica diRenato Zero,questo personaggio a saputo farsi ascoltare, piace alle persone perche lui fa di tutto, gia dai tempi dell’esordio trovavi all’interno dei suoi dischi, un renato che cantava brani come mi vendo,a brani tipo il cielo, nonostante i temi da lui trattati ieri,(l’amore, l’amicizia, la discriminazione ecc..ecc.. , che oggi confermano che renato di ieri, non e poi cambiato al renato di oggi,cambiano gli arranciamenti di queste poesie,oggi renato ah voluto presentare un renato zero piu sinfonico e molto meno pop,personalmente preferisco un renato piu pop che sinfonico,ma credo che una buona fetta di stimatori di Zero, preferiscono uno Zero piu sinfonico,credo che tutte le volte che si presenta in questa veste acquisisce nuovi stimatori,mi ricordo e vi ricordo che Zero ha fatto il vero botto con il carrozzone,una canzone completamente fuori tentenza nel 1979,e sopratutto cantata da lui, che allora era considerato un baraccone,vi ricordate spalle al muro?,,Renato oggi con questo nuovo cd credo abbia voluto confermare che lui e uno che osa a dispetto delle regole lo faceva ieri e continua a farlo oggi, io personalmene l’ammiro per questo, lui è vero artista e lo dimostra il fatto che non sfrutta certe tentenze e certe mode, fa quello sente veramente e questo lo si pecepisce, ecco perche e sequito e amato, lui sa emozionare qualunque cosa faccia. grazie Paola
Dopo aver ascoltato attentamente questo album, non ho potuto fare a meno di riflettere tra me e me chiedendomi: ma come si fa, oggi, e dopo aver scritto nella storia musicalmente di tutto e di più, come si può ancora riuscire a scrivere canzoni così belle? … Grande sensibilità, grande intelligenza, grandissima anima. Grazie Renato e grazie Paola per questo Blog.
E grazie anche a te Paolo per esserci