Milano, 28 aprile 2017
Gli occhi bellissimi, con le rughe attraversate dal dolore. E’ proprio vero che il cancro può non uccidere ma anzi regalare una nuova luce alle anime speciali e Pau Donés di Jarabe de Palo è una di queste. L’ho incontrato in un delizioso hotel sui Navigli, quei luoghi che ti accolgono con il lusso sfrenato della semplicità. L’occasione era la presentazione alla stampa di 50 Palos il nuovo progetto discografico che celebra i 50 anni di Pau Donés, leader e fondatore degli Jarabe de Palo e i 20 anni di carriera della band. Un doppio album che ripropone La Flaca, Bonito e Dipende, reinterpretati in una nuova veste piano, archi e voce e condivide alcuni dei passi con amici artisti italiani: l’inedito Fumo con Kekko dei Modà, Mi piace come sei con Noemi (già conosciuta nella versione con Niccolò Fabi) e le nuove versioni di due delle sue più grandi hit Dipende insieme a Francesco Renga e Bonito (trasformata in un nuovo incontro musicale) con Lorenzo Jovanotti, legato a Pau da una lunga amicizia. Le canzoni in questa nuova versione commuovono e fanno compagnia. La nuova Bonito è uno spasso, un vero inno alla vita. Accanto, un libro con piccoli racconti di vita, pesante e leggera, che in Spagna è già un caso editoriale.
<<Questo disco e questo libro sono un inno alla vita. Io non ho paura della morte, credo al contrario non si debba aver paura della vita>> Pau
E proprio da qui parte la mia intervista. E’ per festeggiare la vita che nasce questo progetto discografico ed editoriale?
Tra tre anni ne compio 50 e dobbiamo pensare a un progetto speciale. Ecco il prime pensiero di tre anni fa poco prima che mi diagnosticassero la malattia. E ho persino pensato che avrei dovuto rinunciare al progetto e invece non è stato così. Ho vissuto una fase in cui ho dovuto affrontare due operazioni e tra una e l’altra cresceva il disco. E questo mi ha insegnato che nonostante il cancro si può affrontare la vita senza paura. Ho avuto più tempo, perché quando mi hanno formulato la diagnosi ho dovuto interrompere un tour mondiale con il mio gruppo e fermarmi a casa dove ho avuto modo di pensare e scrivere il lavoro con il tempo necessario. Sono contento perché quello che rimane per sempre di noi sono le canzoni e gli scritti e questo disco con questo libro sono prodotti di grande qualità, indipendentemente dal successo commerciale (che è comunque ottimo). I miei nipoti potranno andarne orgogliosi.
Quando è stato pubblicato il tuo disco in Italia, Renga, Jovanotti, Kekko, Noemi lo hanno annunciato sui loro social con parole di vera amicizia, che andavano molto oltre il dovere promozionale. Evidentemente riesci a creare rapporti che vanno parecchio oltre la collaborazione artistica
Dal punto di vista personale mi fa piacere. Quando instauri rapporti di amicizia, anche quelli professionali vanno molto meglio, perché c’è un rispetto a più livelli e fiducia. Ti racconto una cosa che ancora non avevo detto: ho chiamato Renga, Lorenzo, Kekko e Noemi proponendo i pezzi e dando loro appuntamento in studio per registrare. Arrivato il giorno stabilito, in aeroporto mi sono accorto di avere la carta d’identità scaduta e ho chiamato Kekko (Silvestre) per chiedere se poteva cominciare a registrare lui con Renga e in pratica lui ha fatto il produttore di Francesco al posto mio e viceversa. Io sono riuscito ad arrivare solo alla sera e ho registrato con Jovanotti e rifatto alcuni passaggi di Fumo (il singolo) ed è stata più o meno buona la prima. Questo può succedere solo se hai un vincolo di amicizia molto forte.
Di solito quando si festeggia un anniversario importante come i 50 anni, si tende ad esagerare con gli effetti speciali, tu invece hai reso le canzoni assolutamente essenziali e forse per questo ancora più efficaci
Esagerare è molto facile. I barocchismi rendono le canzoni più semplici da ascoltare, infatti il pop è più facile della musica classica. Non volevamo fare una cosa facile ma una cosa di qualità e molto emozionante. La grande sfida era stravolgere gli arrangiamenti originali soprattutto delle canzoni che erano state grandi successi come La Flaca, Bonito, Depende e farle diventare qualcosa di diverso. Dipende, ridotta al minimo con la voce straordinaria di Renga è davvero pazzesca. Come Mi piace come sei che avevo cantato con Niccolò Fabi, ma non volevo ripetere allo stesso modo. Per questo ho stravolto l’arrangiamento e chiamato Noemi che avevo conosciuto 10 anni fa al concerto di Natale. Lei secondo me è bravissima, una delle migliori voci in Italia. Qualcuno mi aveva avvisato che era uscita da XFactor, ma questo non ha creato in me un pregiudizio. L’ho invitata a registrare a Barcellona. E’ arrivata con sua sorella, ha cominciato a cantare e in tre minuti e mezzo avevamo la versione definitiva. Abbiamo fatto 2 o 3 takes in più solo per il piacere di ascoltarla cantare.
Questo libro 50 Palos ha aiutato più te a conoscerti o aiuterà più noi a conoscerti meglio?
Uno dei motivi principali per cui l’ho scritto è stato quello di voler accorciare la distanza che c’è tra pubblico e artista. Questo libro racconta chi sono e cosa penso. Questo aiuterà sicuramente a farmi conoscere meglio. E’ stato il desiderio di “vomitare” sensazioni, idee, emozioni. Per il piacere di raccontare e condividere.
Paola Gallo©