Milano, 23 marzo 2017
Non sono una nativa rap ma ritengo alcuni dischi necessari. Non capisco a chi si rivolga Clementino quando dice: “Tu sei un fenomeno da circo…e frà non ti si può sentire…il tuo rap mi fa cagare già dal ritornello tira la catena e sciacquati il cervello” (Keep calm e sientete a Clementino) ma spero si rivolga anche a me quando segnala: “Guarda come siamo messi, sti ragazzi pieni di complessi con i selfie fatti dentro i cessi, genitori più depressi…pazzi nelle strade per i vari eccessi” (Tutti scienziati). Per intenderci: non entro nei meccanismi di chi si meriti di stare nella hall of fame dei rapper o che si sia sudato meglio quella posizione ma certe canzoni servono per tenere le coscienze allenate. Una volta lo facevano i cantautori che avvelenavano il nostro comodo modus vivendi con invettive di giustizia proletaria, ora a gridare sono rimasti i rapper e alcuni come Clementino in Vulcano lo fanno con precisione chirurgica ma divertita e mai saccente.
Va detto oltretutto che Clemente Maccaro, da Cimitile vicino Nola, Napoli, classe 1982 è l’alieno del rap italiano. Un personaggio atipico, una I.E.N.A. o “Rapstar”, come l’ha definito uno che se ne intende (Fabri Fibra). Ci tiene a non essere confuso con il mucchio selvaggio dell’hip hop nazionale (a cui rivolge spesso invettive sarcastiche), che frequenta con orgoglio, successo e divertimento, ma di cui non condivide il machismo esasperato, il vizio di prendersi troppo sul serio, la finzione da balordo di strada: viene da posti dove il ghetto fa paura davvero ed ha scelto il suo mestiere anche per dimostrare, non solo a se stesso, che un microfono acceso e ben usato può essere una maniera per fuggire dalle terre di Gomorra. La sua profezia è un pensiero positivo: si può fare, se ci credi, se ci lavori sodo, se lotti con i denti per quello in cui credi. Un buon esempio, una luce feroce e sempre accesa. Commovente e credibile anche quando parla di sé e dell’amore come ne La cosa più bella che ho.
Nel disco, tra Joint e Coffeeshop, leggerezza e racconto si arriva ad un finale figlio di una passione cinematografica per il regista Paolo Sorrentino. Clementino, da vero fan che conosce tutta la sua filmografia, ha scritto una canzone a lui dedicata dove si ritrovano frasi tratte dei suoi film più famosi da Il divo a La Grande Bellezza. Insomma se Ragazzi Fuori e il Festival di Sanremo potevano sembrarvi un corso del tutto nuovo di Clementino, sfogliate con attenzione queste nuove pagine, perché, come dire “Stamm ccà“…
Paola Gallo