Milano, 19 gennaio 2017
Esce domani Comunisti col rolex, un disco e un manuale di sociologia applicata al 20017 dove Bella ciao diventa drasticamente Bella ciaone. Fedex e J-Ax vanno dritti al punto, declinando la questione in 16 canzoni diverse ma uguali per intento e ideale. O forse proprio nel vuoto di ideali entra questo spaccato di vita virtuale e social(e). Uno più orgogliosamente tamarro (J-Ax) e l’altro che andava bene a scuola ma entrambi a rivendicare “il lusso di non pagare” e un riscatto sociale.
Quella che scorre dalla title track in poi è la voglia di smontare una ad una critiche e luoghi comuni: dal comunismo dei borghesi (col rolex appunto) alle critiche personali “Vogliamo cantare vittoria anche se siamo nati stonati” (Fratelli di paglia). Non si salva nessuno, tutti a fare il possibile in una sorta di scena horror globale in cui Tutto il mondo è periferia e Milano intorno sembra una città che non sogna più. Eppure una luce di rivalsa e speranza c’è anche qui e arriva con il featuring di Sergio Sylvestre in L’Italia per me che salva De Andrè, Falcone e Borsellino, mamme, nonne e campetti di periferia. “La amo e la odio” insomma. Anche le Piccole cose condivise con Alessandra Amoroso fanno capire quanto il senso sia nella speranza, nella fragilità delle illusioni e nel meglio che classicamente deve ancora venire.
Alessandra Amoroso, Arisa che condivide l’altro tema portante del disco ovvero le storie d’amore (centrata e sempre a tempo in Meglio tardi che noi), Loredana Berte’ (“è l’Allergia che mi muove verso i sogni e il futuro”), Alessia Cara, Giusy Ferreri, Nek e Sergio Sylvestre, Stash (The Kolors) insieme a Levante sono le voci che arricchiscono un lavoro pieno pienissimo di parole, canzoni e immagini. Ci si salva in pochi e naturalmente no, i giornalisti non hanno giustificazioni, pieni come sono di critiche e contraddizioni. Il mondo del resto come chiosa il disco è Pieno di stronzi e questo disco una legittima difesa. Se mi piace? Sì e mi fa anche sorridere che di questi tempi non è poco.
Paola Gallo©