Milano, 17 ottobre 2016
Vasco non morirà mai, si trascina da così tanti anni quell’inquietudine e quel male di vivere da averli fatti diventare la sua cifra distintiva, il suo rock, il suo palco, la sua credibilità da sempre. Adolescente o adulto, Vasco è autentico negli sballi dei 20 anni, nel fegato spappolato, nei corridoi degli stupidi hotel della fase più adulta. Vasco è credibile, perché la sua verità commuove.
Un mondo migliore parte così “Non è facile pensare di andare via e portarsi dietro la malinconia. Non è facile partire e poi morire e rinascere in un’altra situazione un mondo migliore…”. E in queste due righe ha raccontato il senso di aver superato i 60, di aver ingoiato la fatica senza mai perdere né la speranza, né la malinconia. Vasco non sfigurerà mai su quel palco, perché il rock è un’attitudine, non una chitarra distorta e scorre nelle sue vene.
Il mondo migliore forse è un’utopia, ma il rock lo è altrettanto.
Ho scoperto Vasco da adulta, quando il dolore aveva già corrotto le mie sicurezze da “Mulino Bianco” e non l’ho più perso. Perché la sfida di diventare grandi è non perdere mai lo stupore e nemmeno la speranza di libertà.
“Sai, essere libero costa soltanto qualche rimpianto. Sì, tutto è possibile perfino credere che possa esistere “Un mondo migliore”.
PaolaGallo©