Milano, ottobre 2016
Niccolò Agliardi “ha bruciato la sua laurea” e scrive canzoni, o la laurea può fare la differenza nello scrivere canzoni?
La laurea non fa la differenza nello scrivere canzoni. Nè per le belle e nemmeno per quelle brutte; però non me la sono bruciata. Non sono un’ingegnere come “quel” Giovanni che ha deciso di fare un’inversione a U della sua vita.
Ho sempre sognato di fare quello che faccio oggi. Anche mentre studiavo.
Nonostante 18 anni siano pochi per promettersi il futuro.
Sono nato sotto il segno del Toro.
Qual è la canzone che ha cambiato la vita a Niccolò?
Mi hanno sgretolato e ricostruito alcune canzoni di Fossati, di De Gregori e di Vecchioni. Emotivamente ho dovuto fare i conti con le lame d’inchiostro di questi tre moschettieri.
Un paio di mie canzoni mi hanno accreditato alla vita che desideravo, professionalmente, intendo.
“Una notte in italia” è quella che avrei voluto scrivere io.
Hai collaborato con tantissimi artisti. Ti va di raccontare chi e come ti ha convinto che scrivevi delle buone canzoni anche per altri?
Ho scritto canzonicon buone intuizioni quando avevo vent’anni.
Canzoni brutte ( a riascoltarle oggi) tra i venti e 25 anni.
Dopo, la vita mi ha regalato imprevistimeravigliosi. E avevo cosi tanto da raccontare che, anche volendo, non avrei avuto la possibilità di fare tutto da solo.
Laura Pausini mi ha teso una mano. I detrattori, l’altra.
Mi sono salvato cosi.
Hai detto dei no qualche volta alla domanda “mi scrivi una canzone”? Per mancanza di tempo o per mancanza di feeling?
Dico di no oggi. Non per snoberia, salvo casi eccezionali, ma perchè so quanto sia facile sbagliare un colpo e ritrovarsi il giorno dopo sul web, in qualche recensione avvelenata, senza più ” lo smalto di un tempo”.
Cerco di scrivere poche canzoni, rispettando la qualità che mi impongo.
Nelle colonne sonore di Braccialetti Rossi ci sono tutti gli artisti che avresti voluto?
No, ma non si può avere tutto. E’ gia stato straordinario avere ospiti gli artisti che hanno accettato il mio invito
Cosa ti ha regalato stare sul set con Brando e tutti i protagonisti della serie?
Brando, Carmine e Mirko sono ragazzi profondamente sensibili. Cosi come lo sono Aurora e Pio. Il gruppo “storico” dei Braccialetti Rossi, riveste, ancora oggi, un ruolo piuttosto impattante nella mia e nelle nostre vite.
Lavorare con loro e per loro mi ha ricordato cosa significhi ridere per nulla e commuoversi per- quasi- tutto.
Brando Pacitto nello specifico, è stato fondamentale nella scrittura del mio nuovo romanzo. Sapeva bene cosa stavo per fare, e mi ha aiutato moltissimo nella stesura dei dialoghi del giovane protagonista.
Ti piacciono le storie che finiscono bene?
Mi piacciono le storie raccontate bene.
Dopo un libro condiviso con Alessandro Cattelan, Ti devo un ritorno è una storia tutta tua. C’è lo stesso orgoglio che accompagna l’uscita di un disco o di più?
In questo momento, mi pare la cosa più bella e più importante che io abbia mai realizzato. Ma forse sono solo dopato dal mio stesso entusiasmo.
Quando abbiamo scritto”Ma la vita è un’altra cosa” Alessandro ed io, eravamo in un punto delle nostre vite molto diverso da quello che viviamo oggi.
Sono felice di aver condiviso quel pezzo di strada insieme a lui e credo che la nostra amicizia abbia mantenuto nel tempo un’autenticità e una lealtà che sono state centrali ed esempio per molte delle scelte che ho fatto negli anni.
Il tuo libro lo hai riletto su carta o su eReader?
L’ho riletto almeno 60 volte per controllare refusi e imprecisioni. Per modificarlo e ribaltarlo. Per compiacermi e criticarmi. Per essere certo di aver scritto una storia speciale e con tutto l’amore che ci potevo mettere.
Sia su carta che in digitale.
Tv o YouTube?
La TV la guardo la notte prima di addormentarmi.
In genere programmi che richiedano pochissima concentrazione. YT, al bisogno.
Hai già scritto la “prossima” canzone?
Non ho capito la domanda.
Intanto ecco il video della tua ultima “Ti sembra poco”
PaolaGallo©