Milano 25 ottobre 2016
Sono entrata nella stanza intelligente e non voglio più uscire. Tempi rarefatti, belle canzoni, suoni veri che ti fanno venir voglia di fidarti e appoggiare la schiena su questo divano fatto di bellezza e canzoni. Davide Dileo (in arte Boosta) me l’aveva detto che questo era un gran disco. Il fatto è che non è solo un nuovo lavoro discografico, ma anche un mood, un’intenzione, il tentativo riuscito di andarsene dai tempi attuali ed entrare in una dimensione parallela dove provare ad essere felici. Ecco “La stanza intelligente” me la immagino così: un posto pieno di stili ma non catalogabile. Bella senza capire davvero il perché.
Dal prog al cantautorato sfiorando appena (nonostante i trascorsi) l’elettronica. La stanza intelligente (in uscita il 28/10) è un titolo che ha una storia letteraria (David Weinberger) e di conoscenza. Ma è anche un luogo della coscienza e una canzone fatta di pianoforte e sogni dove “al netto di ogni istinto al pari di ogni sbaglio” si possono guardare quadri e parlare.
E non mi meraviglia che in questo posto abbiano voluto entrare anche Malika Ayane (Noi, semplicemente) Marco Mengoni (All’altare, l’amore per onestà e follia) Nek (Sulla strada, il viaggio che si sta compiendo) Enrico Ruggeri (La conversazione di Noi Due, un omaggio a Contessa e al capitano della Nazionale Italiana Cantanti, uno dei pochi a poter cantare: “La litania è un pasto crudo”) Luca Carboni (Come la Neve, l’ascolto e il rumore, la complicità) Raf (Il mio compleanno, auguri nel futuro del futuro) Giuliano Palma (Santa Kaos, in un incedere caotico e cinematografico) Cosmo (Mezzo Uomo, canzone dspari e rude come il tentativo di crescere di un uomo) Briga (Ad altezza uomo, arrabbiata, veloce) Diodato (Quello che vuoi, ampia e piena di fiato per un addio senza fine).
La stanza intelligente è, come accennato, l’epicentro del disco. Tutto bene è il gran finale: “lievito di un’avventura”, 1993 la canzone d’amore semplice e disegnata con le matite colorate che ha anticipato il disco. Ecco come la racconta Boosta nella luce soffusa dell’Apollo Club di Milano.
“Le pause che ci prendiamo dai Subsonica servono a ricaricare le nostre anime. Questo è il percorso che volevo fare” ha dichiarato Boosta in conferenza stampa. Lo ringrazio mentalmente per non aver avuto paura, chiudo la porta alle mie spalle, per un po’ resto qui.
PaolaGallo©
E nessun duetto con Samuel?!
No Stefano, del resto “duettano” da sempre nei Subsonica;-)